Elettrocardiogramma e holter gratis in farmacia, ma la burocrazia complica tutto

C’è una bella novità, da qualche tempo, per i pazienti cardiopatici: possono gratuitamente effettuare gli elettrocardiogrammi, gli holter cardiaci e quelli pressori gratis in farmacia. Oggi questi servizi, dunque, vengono offerti gratuitamente in farmacia ai pazienti con esenzione per patologie cardiovascolari. Ovvero una bella fetta di popolazione, visto che le malattie cardiocircolatorie sono la prima causa di morte nei paesi industrializzati. Ma fatta la legge, trovato l’inganno…anzi, il vuoto normativo. Basta guardare il dato dei cittadini lombardi che hanno usufruito di questa possibilità: in Lombardia da giugno solamente 3.100 cittadini hanno già colto questa opportunità.

Il presidente di Federfarma Andrea Braguti spiega il perché di questi numeri così bassi: «I numeri sono molto bassi perché ci sono problematiche burocratiche che legano la richiesta di questo tipo di prestazioni al solo paziente con problemi cardiologici. E la ricetta elettronica non può essere utilizzata perché rimarrebbe “aperta” visto che, come farmacisti (non sono medici, n.d.r.) non possiamo entrare nel fascicolo sanitario del paziente e “chiuderla”». E la ricetta rossa, quella scritta a mano? «Non andrebbe bene perché non permetterebbe alla farmacia che eroga la prestazione, Ecg, Holter o quel che si deve fare, di essere remunerata per il servizio offerto, da parte di Regione Lombardia». Sembra una situazione inestricabile, burocraticamente. Ma, in attesa di una semplificazione del problema, una soluzione c’è: «Il medico - continua il responsabile di Federfarma Lecco - dovrebbe stilare una semplice ricetta “bianca” con nome, cognome, indicazione della patologia cardiologica e indicazione alla prestazione. Per cui o il medico sa che il suo paziente ha la farmacia sotto casa e dunque gli fa la ricetta, o deve essere il paziente stesso, che sa di avere questa possibilità, di chiedere al suo medico di compilargli una ricetta bianca. Non è così scontato, però, e, infatti, i numeri restano molto bassi, pur essendoci questa possibilità».

In effetti i medici, sono soliti prescrivere tramite ricetta dematerializzata prestazioni come elettrocardiogrammi e holter, per cui se un paziente si ritrova in mano il codice della ricetta elettronica, può usarlo solamente per prenotare la prestazione presso ospedali, cliniche private condizionate, ambulatori pubblici. Non in farmacia. D’altronde il medico stesso non può immaginare e sapere che il suo paziente ha la farmacia sotto casa e sarebbe molto più comodo (e veloce) nell’effettuare l’esame lì. Per cui ci vogliono medici informati sui pazienti o, più semplicemente, pazienti (cardiopatici), che sanno di questa opportunità e ne fanno richiesta al loro medico. Nel frattempo, l’inghippo potrebbe essere risolto dal Pai, piano di assistenza individuale, che prevede piani di esame calendarizzati. «Se fosse possibile - propone Braguti- in maniera sperimentale con Asst e Ats, utilizzare i Pai a questo fine, allora quando il medico di medicina generale stila il Pai, potrebbe inserire la farmacia sotto casa del paziente, se gli è più comodo, come luogo di effettuazione dell’esame. E la cosa sarebbe risolta». Ma le vie della burocrazia sono davvero infinite. Aspettiamo e vedremo.

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