Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 19 Novembre 2018
Ecco gli alunni a lezione di muretti a secco
Cantiere didattico a Chiuro. Diversi cittadini sperimentano sul campo come si interviene quando un terrazzamento cede. In cattedra docenti del Pfp e un impresario - La regia è del gruppo Opul, capofila del progetto “ChiuroPermeAbile”.
Prima la teoria e poi la pratica per non disperdere, ma soprattutto per imparare un’“arte” vecchia di secoli come quella della costruzione dei muretti a secco. Questo è il senso del cantiere didattico attivato ieri nella vigna del Sisti, come si chiama il sito che si trova a pochi passi dalla provinciale che porta verso Castionetto.
In veste di alunni, diversi cittadini, che hanno potuto sperimentare sul campo come si interviene quando un terrazzamento cede, mentre “in cattedra” alcuni docenti dell’indirizzo di Operatore edile del Polo di formazione professionale Valtellina (Pfp) di Sondrio e un impresario, sotto la regia dell’associazione Opul.
Quest’ultima è la capofila di “ChiuroPermeAbile”, il progetto, di cui fa parte il cantiere, che è stato finanziato da Fondazione Cariplo, sostenuto dall’amministrazione e dalla Pro loco del paese, con il contributo della Comunità montana di Sondrio, e che si propone come «un percorso di riscoperta e riappropriazione di un “sapere comune” spesso dimenticato, ma fondamentale per difendersi da un rischio ambientale – ha spiegato la presidente dell’Opul, Norma Ghizzo, all’auditorium “Valtellinesi nel mondo” -. Inoltre costituisce il motore per riattivare nella comunità l’adattamento come elemento attivo della gestione del territorio e del paesaggio, rafforzando il ruolo sia degli abitanti che dei potenziali visitatori».
Della parte teorica se ne è occupato Maurizio Azzola, geologo che ha presentato alla platea esempi concreti di frane avvenute sul versante retico nel corso degli anni – è partito dai tragici eventi che interessarono Tresenda nel maggio del 1983 - in seguito a cedimenti di muretti a secco, rimarcando come spesso «la costante di questi smottamenti è la presenza di acqua». Azzola ha altresì evidenziato le buone prassi non solo nella costruzione dei terrazzamenti, ma anche del drenaggio delle acque, così come gli errori assolutamente da evitare. Antonio Bongiolatti, docente del Pfp ora in pensione, insieme ai colleghi Pietro Ottolino ed Elena Fanchetti, ha con l’ausilio di slide illustrato l’allestimento del cantiere, su progetto di Officina 11, «una piccola impresa sociale – ha detto la referente Alessandra Gelmini - che ha competenze diverse lavora sul territorio».
Augurando buon lavoro ai presenti, il sindaco Tiziano Maffezzini, si è soffermato sull’importanza del progetto non solo per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico, turistico ed economico, ma anche per la sicurezza di chi vive sul territorio: «Insegnare a ricostruire e a rendere efficaci queste strutture – ha detto il primo cittadino – è fondamentale per il nostro territorio sia a livello idrogeologico, che di tutela e salvaguardia».
A tal proposito la Comunità montana, come ha garantito la responsabile dell’area Agricoltura Cinzia Leusciatti, la prossima primavera organizzerà dei corsi di formazione sui muretti a secco in collaborazione con il Pfp aperti a tutti. Infine il gruppo ha raggiunto a piedi il vigneto attraversando il borgo, le cui bellezze e peculiarità sono state spiegate dal Giorgio Baruta, presidente della biblioteca.
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