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Martedì 07 Maggio 2013
E' morto Veri Confortola
Il "matto" della Bormio 3000
Se n'è andato ieri pomeriggio "Veri" Confortola, classe 1921, pioniere dello sci a Bormio, della strada di Bormio 2000, dello Stelvio, direttore delle scuole di sci, imprenditore, un gran lavoratore che, grazie alle sue idee e alla sua grande determinazione, negli anni Cinquanta e Sessanta ha posto le basi per lo sviluppo del Bormiese
BORMIOSe n'è andato ieri pomeriggio "Veri" Confortola, classe 1921, pioniere dello sci a Bormio, della strada di Bormio 2000, dello Stelvio, direttore delle scuole di sci, imprenditore, un gran lavoratore che, grazie alle sue idee e alla sua grande determinazione, negli anni Cinquanta e Sessanta ha posto le basi per lo sviluppo del Bormiese. Numerose attività, tantissimi dipendenti, Oliviero (questo il suo nome all'anagrafe) era conosciuto in tutta la Valtellina - e non solo - come Veri.
Era semplicemente "Veri", come ha ricordato ieri la compagna Elda Cincera. Oltre alle sue indiscusse capacità imprenditoriali, di "Veri" in molti si ricordano la grande umiltà, il non sottrarsi mai al lavoro, le parole buone per tutti, la profonda generosità. Un uomo d'altri tempi, «che quando c'era da lavorare correva come un matto - ha ricordato la signora Elda - ma quando occorreva riscuotere spesso si tirava indietro perché si vergognava».
Un uomo "d'altri tempi" dove la parola data aveva ancora un gran senso, dove prima del guadagno venivano le persone. Ma al tempo stesso un uomo fortemente all'avanguardia, come quando iniziò la costruzione della strada che porta a Bormio 2000 e dai piú fu definito "matto". Ebbene quella "sana pazzia" lo portò, negli anni Sessanta, a realizzare anche la strada che conduce a Bormio 3000, sicuramente un'iniziativa lungimirante della quale ancor oggi si possono vedere i frutti altamente positivi. Ripercorrendo alcune tappe della sua esistenza Veri, subito dopo la guerra, cominciò ad immaginare un futuro per lo Stelvio. La sua avventura in quota iniziò con la costruzione del Nagler, un rifugio per un centinaio di persone inaugurato nel 1950. «Il terreno lo avevo comprato dal comune di Bormio - ha ricordato Veri nel libro "Sci agonistico in Valtellina" dove viene ripercorsa la storia dello sci club Bormio - . Costava niente. Nel 1949 avevo fatto il collegamento al passo in soli 18 giorni con pochi operai, piccone e badile. Questa strada è stata un'opera rivoluzionaria, che ci ha permesso di passare dai 300 allievi in un'estate a 300 allievi a settimana». E fu "solo" l'inizio. Poi fondò una prima società, la Società Impianti Stelvio, che realizzò gli skilift sul ghiacciaio, la funivia dal Trincerone al Livrio e altre infrastrutture molto apprezzate dalle famiglie della borghesia italiana che in quegli anni affollavano lo Stelvio.
Diventato maestro di sci nel 1955, nel 1958 prese le redini della scuola Nazionale di sci e, nel 1963/64 fondò la società "2000" che diede il via alla costruzione della strada che porta a Bormio 2000, la inventò lui.
Negli anni Settanta ricevette dallo scià di Persia l'incarico di progettare una stazione invernale a 3000 metri nella valle dell'Ar, progetto bloccato solo dall'ayatollah Khomeini. E non si può dimenticare l'apporto fondamentale di Veri Confortola e dei suoi uomini durante la tragedia della frana della val Pola «alla quale diede la vita - come ricordano i suoi cari». Veri Confortola, oltre alla compagna, lascia tre figli.
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