Cronaca / Lecco città
Venerdì 10 Ottobre 2014
È arrivata la paura in ospedale
Allerta per il rischio Ebola
In 7 casi è già scattato il protocollo di sorveglianza - Febbri innocue, ma allontanati i pazienti in attesa
Ebola, è psicosi anche negli ospedali lecchesi. Altissimo l’allarme in tutto il mondo, gli ospedali lombardi stanno attuando in queste settimane un apposito “protocollo” di vigilanza anti ebola, redatto lo scorso luglio. Che quando “scatta” mette subito in agitazione, comprensibilmente, i cittadini.
L’ultimo caso, pochi giorni fa, al Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni. Sala d’attesa, entra un immigrato di colore: tra mille circospezioni le forze dell’ordine che accompagnano l’uomo, che denuncia febbre e malessere, fanno allontanare momentaneamente i presenti. Immediata, tra gli astanti, l’idea che si tratti di un caso di ebola. Non è la prima volta che accade al Ps: negli ultimi due mesi è avvenuto almeno altre sei volte.
Ma, spiegano i medici, non si tratta di un “sospetto” d’ebola, quanto del protocollo di sorveglianza che viene attuato in via precauzionale.
«Ci sono capitati fino ad ora sette casi simili», spiega il primario di malattie infettive, dottor Paolo Bonfanti. Sempre lo stesso procedimento: accoglienza dell’immigrato con prudenza e cautela, allontanamento degli altri pazienti in attesa, immediato check di controllo anagrafico e di salute. «Voglio innanzitutto rassicurare i cittadini: non si tratta di casi sospetti di ebola. È appunto la normale procedura, protocollo, che mettiamo in atto come da indicazioni regionali, nel caso si tratti di un cittadino proveniente dai Paesi in cui l’epidemia di ebola è in corso». Primo elemento: il paziente che viene al Ps accusando malessere ed è originario dei Paesi con epidemia ebola, viene subito messo sotto osservazione. Allontanato, anche fisicamente, dagli altri pazienti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA