Droga fra Lecco e Como: i giri loschi delle ’Ndrine

Due gruppi criminali che si contendevano le piazza di spaccio fra Erba e Canzo arrivando a compiere anche duecento cessioni al giorno. Entrambe le organizzazioni con radici piantate anche nel territorio lecchese. La prima, secondo le indagini della Dda di Milano, aveva al vertice Michele e Pasquale Oppedisano di Bosisio Parini, il primo già condannato nell’operazione antimafia Infinito.

La seconda era retta da Luigi Vona di Valbrona, condannato sempre per Infinito, e Vincenzo Milazzo di Canzo che si vantava di avere in mano l’attività di spaccio in tutta la zona di Costa Masnaga.

Questo quanto emerso dall’operazione condotta dalla Polizia nella mattinata di martedì che ha portato all’esecuzione di una trentina di ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione a delinquere, spaccio, usura, ma al momento senza l’aggravante dello stampo mafioso.

Gli inquirenti avrebbero dunque ricostruito una spartizione del territorio “a sud e a nord del lago del Segrino”, con tensioni fra i due gruppi che rischiavano di sfociare anche in una guerra armata, poi appianate con incontri avvenuti nel 2020 (l’inchiesta abbraccia il biennio 2020-2022) nella zona di Valbrona.

Proprio questa collaborazione aveva portato la Procura a immaginare un impianto associativo unico, ipotesi che non ha retto al vaglio del gip che ha quindi contestato l’associazione solamente ad alcuni degli indagati e non, per esempio, agli Oppedisano.

Custodia cautelare in carcere per James Canali, 48 anni, nato a Lecco ma residente a Calco, accusato di aver effettuato una serie di cessioni di marijuana ad altri membri del sodalizio fra il 2020 e il 2021, avvenute fra Cesana, Valmadrera e Suello. Alle spalle, oltre a una serie di precedenti specifici, anche una condanna per omicidio avvenuto vent’anni fa a Merone.

Edmond Como, albanese, 49 anni, residente Garbagnate, considerato uno dei bracci operativi più influenti sulla piazza di spaccio dell’erbese. A suo carico precedenti per minacce, lesioni, estorsioni, concorso in associazione mafiosa e l’omicidio di un connazionale il cui corpo era stato trovato sul Cornizzolo. Al momento proprio per questo fatto sta scontando l’ergastolo.

Pasquale Oppedisano, calabrese d’origine, 24 anni di Bosisio, sottoposto dal 2023 alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per reati di mafia. Gli vengono contestati scambi di cocaina avvenuti a Cislago, con altri membri dell’organizzzione, fra il 2020 e il 2021.

Vincolo associativo riconosciuto invece a Simone Liguori, nato a Lecco, 21 anni, residente a Erba, in quanto si sarebbe occupato del confezionamento e dello smercio di dosi di droga.

Nessuna misura per Michele Oppedisano, noto come “U Pentitu”, 55 anni. La Procura distrettuale di Milano aveva chiesto la misura cautelare accusandolo di reggere l’associazione attiva ad Erba insieme al figlio, ma il gip ha respinto la richiesta non ravvisando gravi indizi di colpevolezza ma piuttosto (ruolo saltuario e defilato). A suo carico non vi erano invece singoli reati.

“Dall’attività investigativa è emerso un ruolo saltuario e defilati rispetto alle dinamiche del sodalizio criminale retto da Vona e Milazzo”.

Mentre per Canali e Como le cessioni effettuate ai membri dell’associazione erano considerate saltuarie e non organiche al sodalizio.

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