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Martedì 10 Agosto 2021
«Dopo l’oro di Jacobs
Telefonano per provare l’atletica»
Olimpiadi, Maurizio Longoni della Colombo Lecco: «Sono vittorie frutto di un progetto e tanto lavoro - L’auspicio è che servano a tutto il nostro movimento»
LECCO
Le Olimpiadi di Tokyo resteranno nella memoria di tutti gli appassionati di atletica. I cinque ori conquistati rappresentano un bottino più che invidiabile, con i soli Stati Uniti in grado di precedere gli azzurri nel medagliere di questo sport.
Risultati storici, che un uomo di atletica come Maurizio Longoni, segretario e anima dell’Atletica Lecco Colombo Costruzioni, non può che commentare con grande gioia. «Questi trionfi rappresentano un premio per tutto il movimento e hanno regalato grandi emozioni a tutti quanti, sia a noi che siamo del campo, che a chi segue l’atletica solo in occasione dei grandi eventi».
Risultati che hanno dato grande risalto all’atletica e che potrebbero portare ulteriori benefici nei prossimi mesi: «È sempre stato così - prosegue Longoni - quando uno sport sale alla ribalta poi ne deriva più interesse e partecipazione. Ho già ricevuto tre chiamate da parte di mamme con i bambini che, viste le gare in tv, volevano iniziare a correre. Spero arrivino tante altre chiamate nelle prossime settimane».
La grande atletica azzurra può quindi dare una mano a quella gialloblù nostrana. «Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, abbiamo perso diversi bambini. Ora speriamo possa esserci una svolta in senso contrario per tornare ai numeri di prima e magari incrementarli ulteriormente».
Quale il segreto di questo successo italiano a Tokyo? «Negli ultimi anni è stato fatto un grande lavoro di supporto agli atleti, portando al loro fianco un maggior numero di figure professionali che, curando ciascuno un determinato dettaglio, ha poi permesso al singolo atleta una crescita a 360° con la conseguenza di questi risultati».
Longoni va poi più nel dettaglio: «Una volta c’era solo l’allenatore, ora c’è il preparatore atletico, il fisioterapista, il nutrizionista, lo psicologo e tante altre figure che aiutano gli atleti. Lo abbiamo visto anche noi nel nostro piccolo, introducendo due fisioterapisti, ed è inutile negarlo, i risultati arrivano». Atleti quindi sempre più seguiti, ma così aumentano anche i costi. «Infatti tutti gli azzurri appartengono a squadre dei corpi militari che hanno la possibilità di investire sia nelle strutture che nello staff».
A stupire è stata soprattutto la velocità, specialità in cui l’Italia non è storicamente una potenza paragonabile ad altre. «Jacobs è già da qualche mese che corre con ottimi tempi, quindi la sua presenza sul podio era comunque auspicabile. Poi vincere è stato qualcosa di speciale. Gli Stati Uniti hanno un tale bacino di utenza e sono comunque destinati a tornare sul tetto del mondo nel giro di qualche anno». L’oro più bello? «Per me quello della staffetta perché mi regala grandi emozioni anche quando gareggiamo noi. È una gara speciale».
Tutto bello e da incorniciare quindi? «Direi di sì, anche se danno fastidio le illazioni suscitate da chi ha perso. Si è sentito di tutto, dalle scarpe di Jacobs alla pista e quant’altro. Cose che non hanno niente a che vedere con lo spirito di questo sport».
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