
Cronaca / Valchiavenna
Domenica 24 Novembre 2013
Dopo il Daspo
gli ultrà si difendono
«Non siamo delinquenti e continueremo a sostenere la squadra di hockey, ma saremo corretti» - Il direttivo del “Vecchio alcool” ammette di aver esagerato con i petardi e gli insulti pesanti

«Non siamo delinquenti e continueremo a dimostrarlo con un tifo caloroso, ma rispettando le regole». Adesso i tifosi si difendono. A una settimana dalla notifica del Daspo per sette ultrà dell’Hockey club Chiavenna, prendono la parola i ragazzi del direttivo del “Vecchio alcool”. Lo fanno con la consapevolezza di aver esagerato e di non avere rispettato le regole, ma sono decisi a sottolineare che da parte loro «non ci sono mai stati comportamenti violenti».
L’origine di questa vicenda è nota da diverse settimane: durante le prime partite stagionali del campionato di serie B, al palaghiaccio si sono sentiti i botti provocati dai petardi e cori tutt’altro che ospitali nei confronti degli avversari, senza dimenticare quelli rivolti a giornalisti e forze dell’ordine.
Ma ora si guarda avanti e si sottolinea che questi elementi appartengono al passato. “La nostra è una passione storica per Chiavenna – premettono i componenti del direttivo del “Vecchio Alcool” -. Da oltre trent’anni, tre generazioni di tifosi seguono dagli spalti i giocatori. Si tratta di giovani che sostengono i propri amici. Per noi chiavennaschi l’hockey è un motivo d’orgoglio e di identità, anche perché siamo l’unica città della provincia di Sondrio che può vantare la presenza in un campionato importante come quello di serie B. Sappiamo che quanto accaduto in occasione della partita contro il Como non è permesso dalla legge. Ma tra i tifosi della nostra “curva” non ci sono delinquenti. Nessuno ha mai assunto comportamenti violenti e abbiamo tutti la fedina penale pulita”.
Dopo un silenzio durato due settimane, gli ultrà chiedono di potere esprimere il proprio punto di vista anche su alcuni altri aspetti. «Si è detto che abbiamo lanciato oggetti in campo. Non è vero e il referto arbitrale delle partite lo dimostra. I petardi sono finiti verso i crotti e in alcuni casi sul parterre. Ma non in pista. Riteniamo che si tratti di una precisazione doverosa». Un’altra questione che, secondo il gruppo che guida il “Vecchio Alcool”, è necessaria, riguarda il rapporto fra i tifosi e l’immagine della città. «Abbiamo letto che secondo alcuni nostri concittadini e rappresentanti delle istituzioni il comportamento dei tifosi è una macchia per il nome di Chiavenna. Noi non siamo d’accordo. In diverse occasioni, ad esempio al termine delle partite con l’Auer e il Varese, i giocatori della squadra avversaria sono venuti ad applaudirci sotto la nostra “curva”. Ci piacerebbe dimostrare che non siamo delinquenti alle persone che ci hanno criticato. Li invitiamo, quindi, a venire allo stadio».
Per il futuro, il direttivo dell’Alcool” sostiene di avere le idee ben chiare. «Continueremo a sostenere il Chiavenna, dal primo ingaggio alla sirena finale e anche oltre. Cori, coreografie e altri modi per manifestare la nostra vicinanza alla squadra saranno intensi come sempre. Ma senza petardi e senza cori offensivi. Certo, sarà un tifo caloroso, ci faremo sentire sia dai nostri, sia dagli avversari. È così in tutte le curve. Ma tutto avverrà nei limiti della correttezza».
L’Hockey club Chiavenna tornerà al palaghiaccio nella serata dell’8 dicembre. Ora in calendario ci sono le trasferte di Bolzano e Pergine. Intanto a Milano, sulla tribuna del campionato di serie A, è apparso uno striscione di solidarietà con i tifosi chiavennaschi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA