Donna trovata senza vita, Piccagnoni condannato per stalking

Atti persecutori, o stalking, e percosse. Questi i reati per i quali è stato condannato martedì a Sondrio a due anni e quattro mesi di reclusione Marco Piccagnoni, 56 anni, di Sondrio, reo di aver posto in essere queste condotte il 30 ottobre 2020 e fra il novembre del 2021 e il maggio del 2022 nei confronti di Sabrina Dell’Agostino, all’epoca 46enne e sua compagna, madre di due figli piccoli, con la quale, però, non conviveva nella stessa casa.

La frequentava con una certa assiduità, andava a trovare la donna in più momenti ed aveva una relazione intensa con lei, ma non viveva sotto lo stesso tetto e questo aspetto ha fatto sì che crollassero tutte le altre imputazioni, maggiori, formulate dalla pubblica accusa per le quali Piccagnoni è stato assolto. Il reato di maltrattamenti famigliari, infatti, per poter essere punito, occorre che avvenga fra persone unite da un vincolo di famigliarità, cioè conviventi, e dato che questo non era il caso di Piccagnoni e di Dell’Agostino, è stato ritenuto non sussistente dal Collegio giudicante formato dalle giudici Valentina Rattazzo, presidente, Francesca Palladini e Giulia Estorelli.

Ne è conseguito anche il proscioglimento per il reato di violenza sessuale perché punibile solo se correlato ad un reato perseguibile d’ufficio, quale è quello di maltrattamenti famigliari che, però, è decaduto per il fatto della mancanza del dato oggettivo della convivenza. Non così gli altri due reati contestati, i soli per i quali Piccagnoni è stato condannato, gli atti persecutori e le percosse, perché entrambi possono essere perseguiti anche se non correlati ad altro tipo di reato.

Ecco spiegata la lettura data alla delicata vicenda in qui è incorsa Sabrina Dell’Agostino, ritrovata morta suicida il 14 maggio del 2022 nella propria abitazione di Montagna in Valtellina, dal Collegio giudicante e che, sulle prime, ha gelato l’accusa e anche l’avvocatessa e amica di Dell’Agostino, Valentina Baruffi, che aveva presentato anche esposti alla Procura generale della Cassazione e al Consiglio superiore della magistratura pur di evitare che la tragedia in cui era incorsa l’amica potesse finire nel dimenticatoio.

Ben otto anni e sei mesi era stata la richiesta del pubblico ministero Costagliola, che, affiancata da Piero Basilone, procuratore della Repubblica di Sondrio, in aula, ha effettuato una requisitoria durata due ore. Rappresentando tutti i fatti, dai maltrattamenti, alle violenze, anche gravi, agli atti persecutori. L’avvocato della difesa, invece, Giuseppe Romualdi, aveva puntato il tutto per tutto su un solo elemento, quello della mancanza della reale convivenza. Sapendo che se avesse agito su questo punto e lo avesse provato, allora, buona parte del castello accusatorio avrebbe potuto crollare. Romualdi, ha letto una requisitoria di una pagina e mezza, per un totale di due minuti, e l’ha spuntata. Neppure lui ci avrebbe creduto e ce lo ha anche confermato, eppure la sua lettura dei fatti è stata quella vincente. Accolta dal Collegio giudicante.

Ora, Romualdi, intende comunque presentare ricorso in appello giudicando troppo alta la condanna per stalking, mentre la Procura della Repubblica di Sondrio attenderà le motivazioni della sentenza, che perverranno entro 90 giorni, dopodiché avrà ancora 45 giorni di tempo per valutare l’eventuale appello. É pacifico che se ci saranno gli spazi per presentarlo, verrà sicuramente fatto. Quanto a Valentina Baruffi, amica di Dell’Agostino e a sua volta avvocatessa, assicura di rispettare le sentenza «come è giusto che sia - dice - con l’auspicio che venga proposta impugnazione sui capi d’imputazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA