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Domenica 17 Marzo 2013
Don Galli e il Papa
«Sono stato a casa sua»
In tanti, in questi giorni, hanno applaudito alla scelta del nuovo Papa Francesco, ma c'è un parroco valtellinese che ha avuto la fortuna di conoscere il nuovo Santo Padre e di poter dialogare con lui quando ancora era "solo" arcivescovo di Buenos Aires
Quando don Galli ricoprì il ruolo di direttore della Caritas diocesana (dal 1993 al 2002) conobbe Papa Bergoglio in Argentina. Nella discrezione che lo caratterizza, don Battista non si vanta di questo, ma non si esime dal tratteggiare il carattere della nuova guida della Chiesa che, nel giro di pochi giorni, sembra aver conquistato tutti.
«Credo che non ci sia nulla da aggiungere... se non che ho avuto la fortuna di averlo incontrato più di una volta - ci svela -. Sono stato in Argentina quando ero direttore della Caritas, in casa sua». Una casa semplice come lui, dove Papa Jorge Mario si prepara personalmente il pasto.
«È tutto vero - conferma don Battista -, ma importa dire che è un uomo squisito, di carità, umiltà e semplicità. L'ho conosciuto perché la Caritas diocesana aveva contributo a realizzare un edificio polifunzionale sociale alla periferia di Buenos Aires e, quindi, l'ho incontrato più di una volta. Quando è venuto ad inaugurare questo centro, ho celebrato la Messa con lui. È in quell'occasione che ho avuto modo di conoscerlo». D'altra parte Papa Bergoglio, con le sue radici italiane, parla benissimo italiano.
«È alla mano, molto umile, ma anche molto colto - prosegue -. È preparato perché gesuita e sui gesuiti non si discute. Ma traduce tutto questo in semplicità e cordialità. Penso che sia questo il suo pregio più grande».
Di questo si sono accorti tutti fin dalla sua prima apparizione al balcone di San Pietro, con quel suo modo di pregare e di far pregare la folla esultante, ma anche nei suoi primi discorsi.
«Se è spontaneo è molto vero - dice ancora il parroco di Sondalo -, ci si accorge subito che non posa, non assume atteggiamenti studiati, non opera né si muove in funzione dell'immagine da dare. È genuino». E ai tanti che vedono nella figura di Papa Francesco colui che attuerà il rinnovamento della Chiesa e una svolta, don Battista risponde: «Lasciamogliela fare questa svolta e poi ne parliamo. Anche sulle strade prima bisogna farla la curva...».
Le premesse ci sono tutte, però. A partire da quanto il Papa ha dichiarato ieri ai 5mila giornalisti presenti a Roma: «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!. Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da Assisi Francesco uomo di povertà, uomo di pace. L'uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato....».
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