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Domenica 06 Gennaio 2013
Disabile muore nel letto
Era legato, aperta inchiesta
Forse si è trattato di morte naturale dovuta ad un quadro clinico già delicato, viste le disabilità invalidanti di cui soffriva. O forse - invece - quell'uomo di 31 anni rinvenuto privo di vita nel suo letto, all'interno della struttura protetta dove era approdato pochi mesi prima - è deceduto per soffocamento.
Tirano - Forse si è trattato di morte naturale dovuta ad un quadro clinico già delicato, viste le disabilità invalidanti di cui soffriva. O forse - invece - quell'uomo di 31 anni rinvenuto privo di vita nel suo letto, all'interno della struttura protetta dove era approdato pochi mesi prima - è deceduto per soffocamento. E a togliergli il respiro potrebbero essere state quelle che in gergo vengono definite "misure di contenzione".
È doppiamente delicata l'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Sondrio che ha chiesto ai carabinieri di Tirano di bussare alle porte della cooperativa San Michele di Madonna (che assieme alla realtà guanelliana di Nuovo Olonio è specializzata nel gestire pazienti con gravi disabilità) per acquisire documentazione utile a ricostruire quella che per la famiglia del paziente è stata una tragedia nella tragedia.
Sequestrati gli incartamenti relativi al fascicolo socio-sanitario dell'uomo, sono già stati ascoltate tutte le persone che con lui hanno avuto a che fare: dai vertici legali e amministrativi della cooperativa - che si prende cura a tempo pieno di 32 soggetti con disabilità, oltre agli utenti del centro diurno e del centro socio educativo - , alle infermiere e agli assistenti che si sono occupati del sondriese nei pochi mesi di permanenza prima del decesso, avvenuto tre mesi or sono.
L'autorità giudiziaria ha disposto pure l'autopsia per stabilire le cause del decesso e ancora non è dato sapere quali gli esiti dell'esame autoptico, né vi è conferma di una eventuale denuncia da parte dei familiari del disabile.
Quel che è certo è che questo drammatico caso riaccende l'attenzione della cronaca sulle fasce più deboli della società, sulle strutture dedicate a loro, sui drammi che le famiglie si trovano spesso a vivere e sulla delicatezza di tutti i processi terapeutici e assistenziali che accompagnano la vita dei disabili. Soprattutto di quelli gravi o gravissimi, come in questo caso.
Tutto ruota dunque intorno al "corpetto" che il disabile indossava e che potrebbe aver contribuito in qualche modo a causare la morte dell'uomo. Ma perché il 31enne era "contenuto"? Come detto, era afflitto da gravi problemi cognitivi che non consentivano di poterlo curare in casa. Non era però un paziente psichiatrico (il luogo più idoneo per prendersi cura di lui non avrebbe potuto dunque essere un ospedale) e non era neppure aggressivo, ma se non assistito con attenzione rischiava però di far male a se stesso e a chi gli stava vicino. Di qui le "misure di contenzione" a cui si era fatto ricorso per limitare le "forti anomalie comportamentali" di cui soffriva a detta dei medici che lo hanno avuto in cura.
Prima di approdare a Tirano - realtà certamente preparata per prendersi cura di disabilità così gravi - l'uomo era stato ospite della struttura guanelliana di Nuova Olonio (dove è rimasto sino alla metà dell'agosto scorso) e prima ancora del reparto di psichiatria di San Colombano all'Ambro e dell'ospedale di Sondrio.
«Quella mattina - ricorda Stefano Medici, direttore della Cooperativa San Michele - siamo stati chiamati all'alba da un nostro infermiere che ci ha riferito della morte dell'uomo. Abbiamo chiamato la guardia medica, ma ormai non c'era più nulla da fare. Pochi giorni dopo abbiamo ricevuto la visita dei carabinieri e ci siamo subito messi a disposizione dell'autorità giudiziaria, raccontando quanto a nostra conoscenza».
Del drammatico episodio è stata prontamente informata anche l'Asl, spetta infatti all'azienda sanitaria vigilare su chi opera in questo settore ed eroga servizi alle fasce più deboli.
Controlli e ispezioni sono infatti all'ordine del giorno nelle due strutture di Tirano e Nuova Olonio deputate ad occuparsi di pazienti delicatissimi. E va detto per onor del vero che la cooperativa di Tirano ha sepre superato gli approfondimenti senza mai alcun appunto
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