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Giovedì 21 Febbraio 2013
Difficoltà alla Sin.Lin.Tsi
Rinnovata la "cassa"
Si è resa necessaria la richiesta di cassa straordinaria nella stessa logica con la quale sono stati gestiti i primi anni di difficoltà. La situazione non è delle migliori: dopo l'esaurimento di 52 settimane di cassa in un biennio, il problema è strutturale e siamo preoccupati
Tirano - Tessili e chimici continuano a soffrire. L'andamento negativo di questi due settori emerge dalla mappa dell'economia locale diffusa nei giorni scorsi dalla Cgil di Sondrio, ma anche dalle informazioni raccolte quotidianamente dai sindacalisti della Camera del lavoro e della Cisl.
L'elenco comprende stabilimenti situati in Valtellina, da Piantedo a Tirano. Si tratta della Met (60 dipendenti e 40 esuberi dopo la delocalizzazione), della Gabel (36 e cig in corso), della Boselli che ha 60 lavoratori e ha richiesto un incontro per la riduzione dei costi, della Noyfil passata da 160 a 80 dipendenti in tre anni, della Si.Lin.Tsi passata dalla cigo alla straordinaria per i 40 operai e della Cranchi.
La firma dell'accordo di cigs per la Si.Lin.tsi di Tirano risale all'inizio del mese. «Si è resa necessaria la richiesta di cassa straordinaria nella stessa logica con la quale sono stati gestiti i primi anni di difficoltà: cambia lo strumento, non lo stato di crisi - chiarisce Valter Rossi dalla Filtcem Cgil -. La situazione non è delle migliori: dopo l'esaurimento di 52 settimane di cassa in un biennio, il problema è strutturale e siamo preoccupati».
Secondo Rossano Ricchini, segretario provinciale della Femca, quella tiranese «è una delle tante situazioni dove la crisi si fa sentire in maniera forte: ora bisogna monitorare l'andamento della fabbrica e le possibili prospettive». Per un anno, insomma, c'è la cassa, poi si vedrà. Nessuno vuole tracciare scenari negativi, ma sono note le criticità di questo settore che in Valtellina sta - anno dopo anno - quasi scomparendo. «Alcune aziende fanno segnare risultati positivi: sono quelle che hanno investito nel recente passato e hanno produzioni con un chiaro valore aggiunto - rileva Ricchini -. Purtroppo stiamo parlando di una minoranza».
Sul piano quantitativo, la realtà più rilevante è senza dubbio la Cranchi. Per 200 lavoratori dello stabilimento del comparto nautico di Piantedo e Rogolo si avvicina il quarto anno di cassa e non ci sono certezze per le prospettive. In questo caso il problema non è stato rappresentato dall'assenza di investimenti. La dirigenza aziendale ha puntato con costanza sullo sviluppo della produzione, con un'attenzione sempre elevata all'innovazione. Ma a causa di mille complicazioni, questa linea non è bastata per evitare problemi. «Crediamo necessario l'avvio di un ragionamento approfondito per garantire una sicurezza ai lavoratori dopo la fine della cigs in programma per luglio», sottolinea il sindacalista della Cisl.
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