Didattica troppo brutale
Maestro va a processo
Prima udienza, ieri in Tribunale, per il giovane docente che insegnò a Dervio e Esino tra il 2017 e il 2018: alcuni genitori sono parte civile
Dovrà rispondere dell’accusa di violenza privata nei confronti dei suoi piccoli studenti. Si è infatti aperto, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Lecco Enrico Manzi, il procedimento a carico di un uomo di 30 anni, originario di Caserta, che aveva prestato servizio come maestro tra il 2017 e il 2018 nelle scuole elementari di Dervio e di Esino Lario. L’insegnante è ritenuto, dalla Procura di Lecco, essersi reso responsabile di una serie di violenze, fisiche e verbali, nei confronti di alcuni suoi alunni.
Secondo il capo di imputazione l’uomo avrebbe in più occasioni definito alcuni dei propri studenti come “asini”, “somari” o con altri insulti di questo genere. Li avrebbe poi colpiti sulla testa con le nocche della mano e avrebbe tirato loro i capelli.
Inoltre, sostiene ancora la Procura, avrebbe punito alcuni dei bambini facendogli coprire il viso con il cappuccio della felpa abbassato sul volto, per poi premere il loro capo sul banco. Tra gli altri episodi contestati all’imputato e che dovranno essere provati durante la fase di dibattimento anche una circostanza che avrebbe visto il maestro chiedere a una bambina di dare per punizione uno schiaffo alla compagna di banco, senza che lei potesse pararsi il volto.
Il procedimento entrerà nel vivo il prossimo 8 giugno quando inizieranno a essere sentita la lunga lista dei testimoni presentata dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro e dall’avvocato difensore Antonio Cerreto del foro di Santa Maria di Capua Vetere per fare luce in merito a quanto sarebbe accaduto nelle scuole primarie di Dervio e di Esino durante le ore di lezioni del maestro oggi sotto processo.
Alcuni dei genitori dei bambini vittime di questi comportamenti si sono costituiti come parti civili nonostante la contrarietà della difesa e, dopo una camera di consiglio, sono stati ammessi come tali dal giudice Manzi.
Il magistrato ha respinto anche le altre eccezioni di nullità presentate dall’avvocato Cerreto, tra cui quella sul capo di imputazione che era stato ritenuto essere troppo generico in merito ai diversi episodi che vengono contestati all’imputato.
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