Di Nunno sul Lecco: «State tranquilli,
gli stipendi saranno tutti pagati
e l’iscrizione alla Serie C è sicura»

Il presidente bluceleste: «Me ne dicono di tutti i colori, ma io faccio quello che ho promesso: lasciare la squadra in mani serie e pagare tutto quel che mi spetta. Se poi non lo vorrà nessuno, lo darò al sindaco, che a me non ha mai dato niente. A Lecco sono stati bravissimi: prima mi hanno fatto rifare il terreno di gioco gratis e poi tutto lo stadio, senza darmi un euro: dei geni»

Pericolo scampato. Paolo di Nunno reagisce ai dubbi di Alex Lin, ma anche dei tifosi e di Aniello Aliberti e sostiene di aver pagato tutto e di aver dato ordine al segretario Cecconi di preparare tutti i documenti per l’iscrizione in Lega Pro.

Anche se c’è un qualche cosa che scricchiola, ma che Di Nunno sostiene essere completamente regolare: «Gli stipendi? Li ho pagati tutti. O meglio: tasse e contributi li ho pagati tutti per entrambe le mensilità di marzo e aprile, poi ho pagato tutto marzo. E aprile ho tempo fino al 4 di giugno... Ho sborsato più di un milione di euro e ora mi mancano 400mila euro. Ma l’iscrizione la faccio io. Chi altri se no?». Di Nunno spiega: «Non c’è più tempo, anche se dovesse subentrare qualcuno. Ora che si intesta la società, poi i contratti e fa tutte le scartoffie che servono, chiunque arrivi sarebbe fuori tempo. Per cui me ne sto occupando io. Ho detto a Cecconi di iscrivere il Lecco entro il 4 giugno e non ci saranno problemi per questo. È l’ultimo regalo che faccio a Lecco, poi scompaio».

Capitolo chiuso Nessuna ipotesi di rimanere, anche con una minoranza? «Ma guardi che nessuno mi vuole più a Lecco. E Io non voglio più stare a Lecco. Ripeto: state tranquilli. L’iscrizione la farò. Non arriva nessuno, per ora, per cui se non la facessi perderei tutto e non posso permettermelo. Aliberti sta cercando soci e sponsor. Mi sembra uno serio, ma io non andrò avanti sicuramente».

Si dice che lei oramai sia vicino alla Pro Sesto. «Ho chiuso con il calcio – taglia corto Di Nunno -. Per cui... Anche i miei figli non vogliono più sapere niente di calcio. Eravamo senza direttore sportivo e abbiamo vinto il torneo di C. Con il direttore sportivo siamo retrocessi. Però i miei figli o lavoravano in ditta o con il calcio. E il calcio richiede più soldi ed è più complicato. Ce ne siamo resi conto».

Insomma, il Lecco sarà iscritto al prossimo torneo di Serie C. Ma altro non può aspettarsi da Di Nunno: «Me ne dicono di tutti i colori, ma io faccio quello che ho promesso: lasciare il Lecco in mani serie e pagare tutto quel che mi spetta. Se poi non lo vorrà nessuno, lo darò al sindaco, che a me non ha mai dato niente. A Lecco sono stati bravissimi: prima mi hanno fatto rifare il terreno di gioco gratis e poi tutto lo stadio. Tra una cosa e l’altra quasi due milioni di euro che la città di Lecco si è messa via con lo stadio senza darmi un euro. Dei geni». E su questo il patron Di Nunno è davvero poco contestabile. Perché poche centinaia di migliaia di euro sono arrivati, dal 2017 a oggi, nelle casse blucelesti da parte dell’amministrazione comunale. Ma che Di Nunno parli del Lecco con grande nostalgia e rimpianto è sicuro. Lo si capisce dal tono, dalle parole.

Si sente un innamorato tradito, anche se, con tutta probabilità, è stato lui per primo a portare all’inevitabile separazione. Ma ammette: «Non è vero che voglio tenermi il Lecco come sento dire. Oramai non sono più a Lecco. Ma il Lecco è nei miei sogni. Nel senso che è continuamente presente nei miei pensieri. Ieri notte mia moglie mi ha detto che parlavo in cinese, anche se non lo conosco... E ho sognato che ero a Chicago, che stavo studiando l’inglese. Oramai il Lecco è diventato un incubo... Tu pensa dove sono arrivato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA