Del Barba: «La Lega

racconta bugie»

Il senatore del Pd respinge le accuse di Sertori: «Il Carroccio in vent’anni non ha fatto nulla» - «Per la Valle risultato storico: in Costituzione “blindato” quanto previsto per le aree montane»

«La Lega in tanti anni non ha fatto nulla, noi in pochi mesi abbiamo ottenuto un risultato storico per il nostro territorio. E adesso prendono in giro i valtellinesi con ricostruzioni ridicole, ma d’altra parte sono vent’anni che raccontano balle e non ottengono niente». Risponde secco e senza giri di parole, il senatore Mauro Del Barba, al presidente-commissario della Provincia Sertori: nessun tradimento al territorio, con le votazioni sulla riforma del Titolo V si è ottenuto «l’obiettivo posto fin dall’inizio, cioè “blindare” in Costituzione quanto previsto dalla riforma Delrio per le aree interamente montane», dice.

Di passare per uno che mette gli interessi di partito e di poltrona davanti a quelli del territorio, come ha affermato l’altro giorno Massimo Sertori, Del Barba proprio non ha intenzione.

Però nemmeno vorrebbe, dice, che la polemica rubasse attenzione ai contenuti di quello che non esita a definire «un risultato storico, incredibile» per il territorio. «Come spiegato anche nel convegno a Sondrio dei primi di luglio - afferma infatti il senatore Pd - l’obiettivo era quello di fissare all’interno della Costituzione quanto scritto nella legge Delrio, per “blindare” il riconoscimento della specificità montana. Sembrava una sfida temeraria, ma sapevamo che era alla portata, e ora è realtà. Nel comma 4 dell’articolo 39, infatti, si fa riferimento sia alle aree vaste, sia al concetto di area vasta interamente montana, legittimando pienamente quanto previsto dalla Delrio».

In forza di questo passaggio, spiega ancora Del Barba, «la Regione quando sarà chiamata a legiferare dovrà attenersi alla specificità montana, con tutto quello che comporta in termini di spazi di autonomia per la provincia di Sondrio». Ma nella riforma secondo Del Barba ci sono anche altri punti che interessanti per la realtà locale, quanto e più che per tutti i territori italiani. «Il nuovo Senato porta le Regioni a Roma - afferma - e in questo modo riequilibra i rapporti fra Stato, Regioni ed enti locali. Ai territori, come già avviene storicamente in Germania o in Austria, viene consegnato un ruolo preciso fin dalla nascita delle leggi: con la riforma del Titolo V alcune funzioni vengono centralizzate, sì, ma in questo modo i territori vengono portati al centro per concorrere al processo legislativo».

Fra le competenze che tornano a Roma, come ha ricordato Sertori, c’è quella sulle acque, notoriamente molto importante per il territorio locale, ma secondo Del Barba bisogna ricordare tutti gli aspetti della riforma: «Alcune materie – sottolinea – possono essere devolute alle Regioni che hanno i conti in regola per gestirle, e direi che il nostro caso rientra pienamente in questa categoria. Senza dimenticare che per modifiche e rifiniture c’è anche il passaggio alla Camera».

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