Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 22 Dicembre 2013
Ddl Province, primo
via libera alla Camera
Il provvedimento adesso deve passare all’esame del Senato. Ma l’approvazione è avvenuta in un clima di tensione. Tra urla e contestazioni
Arriva il primo via libera per il ddl Delrio sulle Province. I sì sono stati 277, i no 11, gli astenuti 7. Hanno votato a favore Pd, Nuovo centrodestra e Scelta civica per l’Italia. Contrari la Lega e Sel, M5S e Forza Italia non hanno partecipato al voto. Il provvedimento adesso deve passare all’esame del Senato. Ma l’approvazione è avvenuta in un clima di tensione. Tra urla e contestazioni. Trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; istituzione di 9 città metropolitane; disciplina della fusione dei comuni: sono questi i tratti salienti del disegno di legge Delrio su «città metropolitane, Province, unioni e fusioni di comuni»
Il ddl Delrio abolisce il rinnovo dei consigli e l’elezione diretta dei presidenti già a maggio del prossimo anno. In attesa di essere cancellate dalla Costituzione, le nuove Province diventeranno enti di secondo grado con il presidente nominato dall’assemblea dei sindaci. Il disegno di legge dà poi un taglio netto alle indennità: niente assessori con lo stipendio e addio gettoni di presenza. C’è, infine, una norma che riconosce la specificità montana di Belluno, alla pari di Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, ma anche in questi tre casi i presidenti verranno designati dall’assemblea dei sindaci e non dai cittadini nel segreto dell’urna.
«Domani il Governo e il parlamento diranno che hanno abolito le Province, ma la verità e che non solo sono state mantenute, ma é stato fatto un gran pasticcio che ci preoccupa. Perché con questo pasticcio sono a rischio servizi essenziali per i cittadini» Lo afferma Antonio Saitta, presidente dell’Unione delle Province commentando la votazione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge sulle Province e le Città metropolitane.
«Tra qualche mese anche sulle Province il Parlamento sarà costretto a tornare indietro, come sta facendo sulle slot machine. Quando si vedranno nel Paese i risultati del caos, del blocco dei servizi e dell’aumento della spesa pubblica che questo disegno di legge produrrà» «Il Parlamento ha deciso di seguire il Governo, e di rendere le Province inefficienti per legge, nonostante l’allarme sull’aumento certo della spesa pubblica lanciato dalla Corte dei Conti; nonostante -continua Saitta - il Servizio Bilancio della Camera abbia sottolineato la mancanza di coperture e il rischio di non rispettare il pareggio di bilancio; nonostante i tanti esperti chiamati dalla Camera dei Deputati abbiano evidenziato che il testo del disegno di legge è incongruo e incostituzionale. Nonostante tutti, Governo e Parlamento compreso, sappiano che il provvedimento nono solo non produrrà risparmi, ma porterà da un aumento certo della spesa pubblica. A pagarne le conseguenze - conclude Saitta - saranno gli stessi sindaci, cui la norma addossa la responsabilità di gestire servizi essenziali con procedure talmente farraginose da rendere loro impossibile dare risposte ai loro cittadini. Allora il Parlamento sarà costretto a tornare indietro».
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