Cronaca / Circondario
Martedì 01 Agosto 2017
Da Pescate al Bione
Quarto ponte e ciclabile
La proposta in un incontro tra Anas e Comuni, Fragomeli: «È una soluzione sulla quale lavoreremo». Secondo le prime ipotesi: serviranno almeno 8 milioni
Niente più prolungamento della corsia di accelerazione che da Pescate permette l’immissione sul ponte Manzoni: tra la sponda pescatese e il Bione sorgerà un nuovo viadotto, che a quello attuale sarà affiancato. E sarà un intervento in prospettiva: corsia verso Lecco, pista ciclopedonale e le basi strutturali per consentire in futuro la creazione anche di una (al momento ipotetica) corsia verso Pescate.
Dunque, il futuro viabilistico del territorio sta prendendo forma, almeno sulla carta. Ieri mattina in Provincia ha avuto luogo un incontro tra i rappresentanti di Anas (presente con il responsabile del compartimento Nord Ovest, Dino Vurro con il capo progettista) e delle amministrazioni comunali direttamente interessate (il vicesindaco di Lecco Francesca Bonacina, il sindaco di Pescate Dante De Capitani col vice), oltre ovviamente ai padroni di casa di Villa Locatelli (il consigliere delegato Mauro Galbusera e l’ing. Angelo Valsecchi).
A coordinare i lavori il deputato Pd Gian Mario Fragomeli, che ha fatto da trait d’union tra le varie istituzioni. «Anas si è presentata con la proposta già illustrata in occasione dell’ultima conferenza di servizi, consistente nel prolungamento dell’attuale corsia di accelerazione sul lato Pescatese del Ponte, ma è stata subito posta in secondo piano – ha commentato il parlamentare cassaghese -. L’azienda ha infatti messo sul tavolo l’ipotesi di creare una sorta di “quarto ponte”: una infrastruttura a se stante dedicata solo al traffico locale da Pescate a Lecco, che merita la necessaria attenzione. E su questa soluzione abbiamo concordato di continuare a lavorare, scartando l’altra».
Tutte le istituzioni hanno dunque abbracciato questa ipotesi, con il primo cittadino pescatese a suggerire la previsione nel tracciato anche di una pista ciclopedonale che permetta il transito da una sponda all’altra del fiume pure a chi si muove a piedi e in bicicletta. De Capitani ha voluto, al termine dell’incontro, ringraziare lo stesso Fragomeli «per l’impegno profuso».
Dal canto suo, Anas (che ha dunque ottenuto l’assenso necessario per concentrarsi su questa soluzione progettuale) ha confermato la propria disponibilità a procedere dunque in questa direzione, creando quindi una corsia che, in prospettiva – come richiesto in particolare dalla Provincia di Lecco – potrà essere convertita a doppio senso di marcia.
«Di fatto abbiamo guardato al futuro della viabilità territoriale – ha aggiunto Fragomeli -. In vista della futura riqualificazione dello snodo del Bione, infatti, è necessario studiare una infrastruttura in grado di rispondere a tutte le esigenze. Tra l’altro, la creazione di un ponte staccato e indipendente dal “Manzoni” eviterà ripercussioni sul viadotto esistente e sulle sue uscite. E la possibilità futura di dar vita a un doppio senso di marcia consentirà uno sviluppo importante in prospettiva».
Il calibro del nuovo ponte sarà dunque importante, considerato il fatto che dovrà essere in grado di accogliere due corsie e la ciclopedonale. Questo si rifletterà dunque anche sui costi, ancora da stimare con precisione. Ma se per il prolungamento si ipotizzava un investimento da 8/10 milioni, con la nuova soluzione il budget dovrà lievitare a circa una quindicina, se non di più. In questo senso, la palla passa a Fragomeli, che si farà carico della partita legata al reperimento dei fondi necessari a questa fondamentale operazione.
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