Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 05 Novembre 2014
Da Mossini a Roma: Gianoli alla guida delle Ville Pontificie
A capo di uno dei nove Dicasteri del Vaticano. Proveniente dalla Bps, gestisce un patrimonio agricolo e immobiliare di enorme rilevanza.
Osvaldo Gianoli, 52 anni, di Mossini, frazione di Sondrio Alta, sposato con Annamaria, romana, e padre di tre figli, Luca, 10 anni, Paolo, 8, e Pietro, 4, dal 7 dicembre dello scorso anno è alla guida di uno dei nove Dicasteri di cui è composto lo Stato della Città del Vaticano, quello che si occupa delle Ville Pontificie di Castelgandolfo.
Di cui Gianoli, che abbiamo incontrato durante il suo recente soggiorno a Sondrio, conosce, ormai, vita, morte e miracoli. E, persino, stupisce il dettaglio e la passione con cui ci rappresenta le vicende storiche che hanno contraddistinto il complesso, ci narra del patrimonio artistico che contiene e, ancor più, del patrimonio naturale che conserva rappresentato da una flora di grande pregio e longevità.
Giardini incredibili
«Abbiamo dei giardini incredibili, realizzati su disegni degli anni Trenta – afferma – in cui le siepi di mortella sono poste ad arte così da disegnare giochi di ombra e di sole e, poi, ci sono piante secolari, cipressi, lecci, ortensie, azalee, e, pensi, una camelia di, addirittura, 80 anni. Una meraviglia, racchiusa nei giardini del Belvedere da cui sia vede anche il mare di Anzio».
È un fiume in piena Gianoli. Starebbe ore a narrare dell’armonia di siepi, prati e piante in cui si è, piacevolmente, imbattuto una volta “catapultato” dentro questo ruolo tutto nuovo, per lui che, per anni, è stato dipendente della Banca Popolare di Sondrio, in cui ha scalato gradini su gradini arrivando a Roma, nel 1996, nella veste di direttore della filiale agenzia numero 16 sulla Nomentana.
«Sono entrato in banca nel 1986 – dice – e, nel ’90, sono passato alla direzione della filiale di Tresenda e, poi, di quella di Teglio, della Bps. Quindi la proposta di scendere a Roma, che ho accettato, e dove ho avuto modo, negli anni, di conoscere tante persone, imprenditori del mondo dei trasporti, delle costruzioni, dello stesso ambiente ecclesiastico. In quel ruolo ho visitato parecchie aziende assicurandomi una cultura poliedrica, seppur generica. Fino a che, improvvisamente, nel novembre dello scorso anno è arrivato in filiale a trovarmi un amico che, pensavo, volesse propormi qualcosa di relativo alla sua posizione finanziaria, invece, mi ha chiesto di diventare direttore delle Ville Pontificie. Sono rimasto di stucco, sulle prime, incredulo, poi, mi ha dato un po’ di tempo, ma non troppo, per pensarci e, dopo averne parlato in famiglia e in banca, dove sono stati tutti molto collaborativi, ho deciso di provare, e mi sono buttato».
A capofitto, ma nel senso migliore del termine, perché, dal 7 dicembre scorso in avanti, Gianoli raggiunge la sede extraterritoriale di Castel Gandolfo sei giorni su sette, dal lunedì al sabato, e lì si occupa di tutto ciò che concerne la conservazione del patrimonio immobiliare e mobiliare che grava sui 55 ettari delle Ville (10 in più della Città del Vaticano) e del suo corretto funzionamento. Ha alle dipendenze 55 persone, 32 dedite al settore agrario e 23 al comparto tecnico funzionale, gestisce le visite turistiche, in quanto le Ville hanno aperto al pubblico dal marzo scorso, e il ciclo produttivo concentrato nella fattoria e nell’orto. Garantisce, infine, che sia tutto pronto, nel giro di un niente, per la visita di Papa Francesco anche se, lui, com’è noto, non fa vacanza e se ne resta in Santa Marta.
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