Da Grosio al tetto d’Europa: la storia di Mattia capitano dei campioni azzurrini

Ha dormito abbracciato alla Coppa alzata in campo Mattia Mosconi nella sua prima notte da campione d’Europa. «Ero sicuro di vincere». L’ha detto Mattia Mosconi al papà Massimo ma non nella lunga notte di Cipro nel quale fino all’alba gli Azzurrini di mister Favo hanno festeggiato la storica conquista del titolo continentale Under 17.

La confidenza risale ancora prima dell’inizio della fase finale a dimostrazione della consapevolezza del capitano azzurro che non è certamente uno spaccone ma ha i piedi con saldi a terra: « Mattia era sicuro del valore della sua squadra e non ha mai avuto dubbi sul fatto che potessero arrivare fino in fondo- rivela papà Massimo, classe 1974, ex terzino destro del Grosio in Prima categoria e poi allenatore della formazione granata-. La chiave di volta è stata la sfida contro l’Inghilterra nella quale effettivamente potevamo perdere e siamo stati aiutati un po’ dalla buona sorte. Contro Danimarca e Portogallo abbiamo disputato due grandi partite. Mattia avrebbe meritato anche il gol al termine di due belle prestazioni».

Il nonno paterno di Mattia, Battista è gemello di Giacomo al quale somiglia parecchio, ma anche Mattia sembrava avere in campo un gemello nella finalissima visto che in un attimo passava da una fascia all’altra, dalla difesa all’attacco. Una vera forza della natura che corre tanto come Nedved ma capace di giocare di classe cristallina come il delizioso assist a Camarda sul terzo gol azzurro col difensore del Portogallo che si sta ancora chiedendo dove sia finita la palla visto che Mosconi con lo sguardo verso un’altra zona del campo ha invece indirizzato un pallone al bacio sui piedi del compagno di squadra. Camarda, autore della doppietta nel 3-0 al Portogallo, premiato come miglior giocatore della manifestazione ha avuto parole dolcissime per Mosconi:« Siamo una coppia molto affiatata, mi trovo molto bene con lui in campo, siamo due grandi amici e si vedono in campo questi valori, abbiamo un’ottima intesa».

Nel lunghissimo corridoio degli spogliatoi dell’Us Grosio che conduce al terreno di gioco dove Mattia ha iniziato ad indossare le scarpette da calcio, da mesi grazie al lavoro del direttore sportivo Roberto Caspani, sono celebrati tutti i successi dell’Us Grosio: una zona è già riservata a Mattia con la maglia numero 11 della Nazionale in una teca e le foto e gli articoli di giornale che testimoniano la sua carriera.

« Ha fatto un assist eccezionale- commenta con la gioia nel cuore, il presidente dell’Us Grosio, Piemrmatino Pini-. Vedere che un bambino di Grosio che ha iniziato a giocare qui sia entrato nella storia del calcio italiano sollevando per la prima volta l’Europeo Under 17 è un risultato che riempie di gioia tutti nella società che dirigo da anni. Abbiamo duecento bambini tesserati e Mattia è il punto di riferimento per tutti». Talento ma anche tanto impegno: « Sono felicissimo anche per i familiari di Mattia- prosegue Pini-. Davvero si sono impegnati tanto portandolo fin dalle elementari ad allenarsi a Milano con i compagni dell’Inter. Anche Mattia ha fatto tanti sacrifici. L’Europeo è una vetrina importantissima, e lui ha fatto un gran figurone. E’ questo mi auguro sia solamente l’inizio di una carriera che gli possa riservare grandi soddisfazioni».

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