Editoriali / Lecco città
Sabato 12 Luglio 2014
Crisi, giocarsi la casa?
I lecchesi perplessi
Il prestito ipotecario vitalizio, un finanziamento da vero banco dei pegni. Gli ultra 65enni lo evitano
«Non è etico indebitare gli anziani sul medio e lungo periodo», dice il direttore della Bcc Ernesto Mauri
La vita che si allunga e la pensione che non basta, oppure i figli che non riescono più a pagare le rate del mutuo per cui la banca arriva dai genitori a riscuotere quelle garanzie ulteriori chieste e ottenute a suo tempo. Sono diverse le ragioni che trascinano nelle nuove povertà gli ultrasessantacinquenni, per i quali ieri è stata presentata in Parlamento una modifica alla legge sul “prestito ipotecario vitalizio” che vorrebbe dar loro qualche ragione in più per metter mano all’investimento di una vita, la casa di proprietà, per procurarsi danaro liquido per campare o con cui pagare i debiti.
La legge, ritenuta fino ad oggi insufficiente anche dal punto di vista delle banche che infatti non hanno utilizzato tale strumento finanziario, come ci riferiscono Unicredit e Intesa Sanpaolo, ora con una riforma vorrebbe tutelare gli eredi.
L’ultrasessantacinquenne accenderà sì un’ipoteca di primo grado in cambio di un “finanziamento a medio e lungo termine con capitalizzazione annuale di interessi e spese” (leggi anatocismo, già illegale per Cassazione e Corte Costituzionale), ma alla sua morte agli eredi sarà lasciata l’opzione se vendere definitivamente da sé l’immobile (altrimenti comunque lo vende la banca) o se riscattarlo, ricomprandoselo entro un anno in base a quote e modalità stabilite dal finanziamento. E magari accendendo un nuovo mutuo con la banca.
Chissà se a Lecco le nuove povertà che colpiscono gli anziani, registrate anche dall’osservatorio di una banca locale come la Bcc Alta Brianza, costringeranno gli over 65 ad utilizzare uno strumento che sul territorio non ha mai avuto fortuna.
Con giudizi diversi, Bcc, Federconsumatori e Ance mostrano un buon grado di rifiuto etico per questa nuova versione da banco dei pegni che alla fine non tutelerà nessuno, perchè non è facile che un anziano messo economicamente così male da ipotecare la casa magari per aiutare i figli possa contare sul fatto che entro in un po’ di anni i figli si siano risollevati al punto da ricomprarsela.
«Come banca – dice Ernesto Mauri – direttore della Bcc – abbiamo introdotto una grande flessibilità nei mutui concessi anche a persone di una certa età. Ma il prestito ipotecario vitalizio è un’altra cosa, che personalmente non approvo. Non mi piace – afferma – l’idea che si spinga sull’indebitamento di persone anziane, anche se non giudico le diverse e personali ragioni di chi è costretto a ipotecare persino la casa per risolvere un’urgenza di liquidità.
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