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Martedì 07 Maggio 2013
Crisi Frisia, ogni lunedì picchetti
per difendere il posto di lavoro
Tutti i lunedì tornano in fabbrica, anche se lo stabilimento è nascosto e nessuno li vede. Gli operai della fabbrica di acqua minerale di Santa Croce di Piuro portano avanti ogni settimana il presidio nel piazzale della fabbrica
PIURONon mollano. Tutti i lunedì tornano in fabbrica, anche se lo stabilimento è nascosto e nessuno li vede. Gli operai della fabbrica di acqua minerale di Santa Croce di Piuro portano avanti ogni settimana il presidio nel piazzale della fabbrica.
I delegati - Massimo Broggio e Alessandro Martelletti per la Flai-Cgil e Mirko Pedeferri della Fai-Cisl - e gli altri lavoratori fanno il punto sulla situazione e sulle strategie da seguire per cercare soluzioni sia ai problemi della quotidianità, sia a quelli dello stabilimento.
Ieri l'argomento più dibattuto era la visita dell'imprenditore milanese Luca Urati e di altre due persone delle quali non sono stati resi noti i nomi. A una settimana dal passaggio del trio - due milanesi e uno svizzero - di persone interessate a fare affari con Frisia, il morale non è certo alle stelle.Finalmente si è visto qualcuno, ma lo scenario nel piazzale è sempre più desolante. I dubbi sono tanti. Innanzitutto l'assenza, in occasione della visita, del titolare Franco Capanna, è stata percepita da molti come un segnale non rassicurante. I visitatori sono stati accompagnati da alcuni dipendenti con ruolo di responsabili, ma la presenza del proprietario avrebbe avuto un'altra valenza.
Poi c'è l'analisi del possibile ruolo degli imprenditori interessati. Se si tratta di distributori del prodotto, e non di società pronte a immettere denaro nella Frisia, le perplessità sono più che legittime.
Per fare ripartire la fabbrica - tra stipendi arretrati, contributi e tutto quello che servirà per l'attivazione degli impianti - serviranno centinaia di migliaia di euro. È possibile pensare a distributori pronti a impegnare tante risorse? Sembra difficile dare una risposta positiva, anche se l'assenza di informazioni ufficiali non consente, ora come ora, di sviluppare ragionamenti approfonditi.
Nell'immediato, l'obiettivo principale resta l'approvazione definitiva della cassa integrazione. Poi c'è la convocazione in tribunale, passaggio fondamentale di un percorso che potrebbe garantire una parte di quanto spetta ai lavoratori. Con la premessa che nessuno vorrebbe arrivare al fallimento e che la richiesta che è stata presentata dai legali di Cisl e Cgil è stato un rimedio estremo a mali estremi.
Ora si discutono le prossime mosse. E lunedì si tornerà in fabbrica per dire che i lavoratori non abbandonano la loro impresa, la Frisia.
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