Homepage / Valchiavenna
Venerdì 10 Maggio 2013
Crisi anche tra gli scaffali
Chiavenna e Mese, 13 in cassa
L'accordo firmato venerdì dalle organizzazioni sindacali riguarda il settore del commercio e i dipendenti di tre negozi di Chiavenna e dintorni della società "Luigi Viale Spa" in concordato preventivo. I punti vendita interessati sono quelli di Chiavenna in via Falcone e Borsellino e piazza San Pietro e di Mese in via Consoli Cipriani, per un totale di tredici persone
Colpiti quindi anche negozi storici - come quello del centro di Chiavenna - che fino al 2011 registravano bilanci ben lontani dai segni della crisi. Poi un po' alla volta è iniziata la fase più difficile. L'afflusso di clienti, secondo quanto spiegato dai lavoratori, è sempre stato costante, ma sugli scaffali iniziavano a mancare i prodotti per problemi gestionali che arrivavano da lontano. Fino all'ultimo, i clienti hanno continuato a recarsi nei tre supermercati, anche se non si potevano più comprare nemmeno il pane e il latte, perché le forniture erano state bloccate. Alcuni fornitori locali hanno continuato a portare i propri prodotti, rischiando persino di perdere del denaro, perché da anni - dai tempi dei vecchi proprietari - conoscevano dipendenti e clienti. Neanche questa solidarietà è bastata.
Dopo la sospensione dell'attività di inizio anno, le ultime novità non consentono di sperare in una soluzione positiva. Sembra proprio che l'ipotesi di una riapertura sia molto lontana. «Ringraziamo tutti i concittadini che ci hanno dato una mano venendo in negozio anche quando gli scaffali erano vuoti e i fornitori che ci hanno portato i prodotti anche quando non si potevano pagare le merci», sottolineano alcuni dipendenti.
La cassa integrazione riguarda un totale di 180 persone, impiegate soprattutto nei negozi del Piemonte, della Liguria e della Provincia di Varese, dove sono 22 i lavoratori coinvolti.
Le relazioni sindacali sono state positive, ma non c'è stato niente da fare per risolvere i problemi e resta una notevole amarezza per come è stata gestita la fase di crisi. «Stiamo parlando di un negozio storico del centro città e di due grandi e moderni punti vendita - sottolinea Guglielmo Zamboni dalla Filcams-Cgil -. Si sperava in una ripartenza di un paio di attività con altri titolari, invece non c'è stata. Il finale di questa vicenda non è strettamente legato alla crisi, ma questo non rende meno amaro l'epilogo. Inoltre è un segnale preoccupante della situazione del commercio locale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA