Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 02 Novembre 2015
Crimi e l’ex Falck «Chi del Pirellone
vivrebbe qui?»
Il senatore pentastellato e numerosi ospiti hanno discusso sul futuro dell’ex complesso siderurgico Assenti sindaco di Novate, vertici della Cm e dell’Arpa.
Com’è «vivere con l’ecomostro»: andate a chiedere in consiglio regionale martedì se i muraglioni di “contenimento scorie” che ci sono vicino al fiume a Novate, con quelle colate di sostanze che sgorgano, rimaste tappate per anni sotto l’asfalto, le vorrebbero a casa loro. Portate «le fotografie del sito, che parlano più di tante valutazioni».
Con un intervento pacato, riflessivo, segnato da una evidente passione civile, Vito Crimi, il senatore e primattore del convegno dedicato all’area ex Falck svoltosi sabato sera a Morbegno, fa diventare la diatriba sul Parco minerario di San Fedelino, ma prima ancora, sulla «bonifica definitiva ex Falck» la superficie e il sottosuolo dello stabilimento dismesso a Novate Mezzola una questione politica.
Prima di lui avevano parlato Giulia Colzada del Comitato Ambiente Salute Valli e Lago, Eugenio Casalino, consigliere regionale Movimento 5 stelle, Costanza Panella, Legambiente Lario sponda orientale onlus, Fulvio Aurora, Medicina democratica onlus. E già il convegno “Ex Falck di Novate Mezzola, rischio o opportunità per il territorio” organizzato a Morbegno da M5s aveva messo tanta carne al fuoco. Giulia
Colzada aveva ripercorso le tappe dell’iter che vede da una parte tanti cittadini, con diverse associazioni ambientaliste, chiedere la bonifica dell’ex complesso siderurgico, dall’altra la proprietà del sito che sta procedendo per sviluppare in quei 70.000 metri quadri che furono dell’opificio un’attività di “selezione inerti, pietrisco e secondariamente, la produzione di manufatti e prefabbricati in calcestruzzo”. Colzada e come lei gli altri relatori hanno provato ancora una volta a distinguere tra «bonifica dell’area e sua “messa in sicurezza”». Entrando nel merito delle diverse visioni del problema: «la certificazione di avvenuta messa in sicurezza rilasciata da Regione Lombardia, l’atto della Provincia di Sondrio, che ne “certifica” l’avvenuta bonifica e il recente via libera tecnico sempre dell’ente Provincia alla compatibilità ambientale del «progetto di parco minerario di San Fedelino».
Quindi al progetto del parco, alle diatribe sulle incognite portate da inquinamento da cromo esavalente nella zona. «Martedì (domani, nda) – ha precisato il consigliere regionale M5s Eugenio Casalino – porteremo una mozione al Pirellone, chiederemo come Regione i dati epidemiologici relativi a Novate Mezzola, Samolaco».
Fulvio Aurora, di Medicina Democratica ha parlato in visione retrospettiva, di una Italia con tante «terre dei fuochi» di periodi in cui l’ambiente e il territorio venivano utilizzati «come una grande discarica». Ricordando che, «fino al 1982 tutti i residui di lavorazione venivano sversati, a fianco degli stabilimenti». Ha chiesto «l’effettuazione di una vera bonifica, e l’interruzione di progetti ulteriormente inquinanti».
Al convegno erano stati invitati i vertici della Cm della Valchiavenna, il sindaco del Comune di Novate Mezzola, anche i vertici Arpa, ma nessuno si è presentato, e mancava quindi un contraddittorio su un progetto, contestato, ma che è stato approvato e sta diventando l’orizzonte normato e prossimo.
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