
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 10 Gennaio 2015
Crepe in consiglio, Ghilotti se ne va: «Sono inascoltato»
Morbegno, il consigliere di maggioranza ha ufficializzato le dimissioni e l’uscita definitiva dalla vita politica. Naufragato il progetto condiviso di cambiamento. Il sindaco: «Mal comprendiamo le motivazioni che hanno portato Ghilotti a rassegnare le dimissioni dal consiglio».
Strappo nella maggioranza comunale di Morbegno: il consigliere Marco Ghilotti lascia il gruppo e si dimette dal consiglio comunale. È un divorzio netto e definitivo dall’amministrazione Ruggeri quello sottoscritto dall’architetto Ghilotti, che si è sentito più volte «inascoltato» dal gruppo relativamente a diverse tematiche sulle quali ha portato anche il proprio contributo professionale.
Per questo il consigliere, attraverso una lettera indirizza al primo cittadino e al Comune, ha deciso di abbandonare la maggioranza sentendosi escluso da quello che prima era un «progetto di cambiamento condiviso». Uscendo dal gruppo, Ghilotti dice addio anche alla sua attività amministrativa: «Non ho attualmente interesse in alcun gruppo, partito movimento e corrente estranei a CambiaMorbegno - afferma infatti il dimissionario - e non ho nemmeno intenzione di continuare l’attività politica assumendo una posizione autonoma che potrebbe essere interpretata facilmente quale banale rivalsa personale».
Sono diversi i pesi messi sulla bilancia dal consigliere morbegnese, che lo hanno spinto e fatto propendere per l’uscita di scena. L’ultimo in ordine di tempo riguarda gli interventi realizzati da Rfi a copertura delle rampe di accesso al sottopasso ferroviario in stazione. «Pur concordando con la necessità di predisporre un riparo, l’intervento non doveva essere realizzato nei modi e nelle forme poi attuatesi. Ho sempre pensato come la maggior parte della produzione edilizia - afferma - sia costituita da piccoli interventi che sommati uno all’altro definiscono il nostro spazio di vita. Intervenire nel territorio, nel contesto della città, anche con un segno minimo, è un gesto importante. Purtroppo, nei fatti e sul campo, è avvenuto qualcosa di molto diverso. La situazione, nel caso specifico delle coperture Rfi, presenta un’ulteriore aggravante: gli interventi risultano illegittimi, sono infatti realizzati disattendendo le normali procedure edilizie previste». Ghilotti, inascoltato relativamente ad alcuni suggerimenti in merito, ha posto l’attenzione del caso sui giornali. «Quanto è accaduto dopo, il richiamo ufficiale celebrato negli uffici del sindaco, è ciò che personalmente mi rattrista. Mi amareggia essere rimproverato per un appello a una più attenta coerenza con le norme di questo paese, che ogni buon amministratore dovrebbe conoscere, almeno nei contenuti essenziali; mi amareggia apparire quale colpevole di un’azione lesiva al gruppo, quando il mio intervento non è altro che un richiamo forte a un cambio di rotta nella direzione dei contenuti del nostro programma».
Poi il non coinvolgimento nella definizione degli indirizzi valutativi e metodologici per la gara riguardante la scuola di Campovico. O ancora le discussioni riguardanti l’opportunità di convertire lo stabile dell’ex tribunale in sede della Guardia di finanza «anziché prevedere l’avvio di una procedura di alienazione una volta cessato l’utilizzo provvisorio quale biblioteca civica». E anche la “querelle” «sulle fantasiose proposte per un secondo ponte sul fiume Adda, spero fortunatamente rientrate entro criteri di maggiore pertinenza con gli equilibri territoriali»; o ancora il suggerimento «inascoltato dai più per l’introduzione di un regime di sosta gratuita il sabato e durante alcune festività, al fine di attuare un intervento immediato e concreto a sostegno delle attività commerciali presenti in città e attualmente in condizioni di grave sofferenza».
«Mal comprendiamo le motivazioni che hanno portato Ghilotti a rassegnare le dimissioni dal consiglio: ogni sua considerazione è sempre stata affrontata sia privatamente, sia nelle sedi istituzionali. Non vorremmo che il suo modus operandi abbia prevaricato, per interesse, il profilo pubblico. È malinconicamente vero che le persone si misurano sui fatti e non sulle belle parole». Il sindaco Andrea Ruggeri parla a nome dell’intero gruppo di maggioranza esprimendosi sulle dimissioni del consigliere Marco Ghilotti. Un’esternazione che il gruppo avrebbe voluto evitare «perché il luogo deputato a manifestare anche i malumori è il consiglio comunale», ma in ragione «delle gravi accuse così come formulate, ci preme precisare alcuni passaggi». Quindi il sindaco si sofferma sul ruolo proposto in amministrazione a Ghilotti, «nel quale rientra l’indicare le linee guida del nuovo strumento urbanistico - spiega Ruggeri -. Ghilotti conosce le modalità con cui il gruppo ha sempre operato al suo interno, nonché la continua apertura umana e amministrativa ricevuta da tutti i componenti di Cambia Morbegno». Il sindaco e i suoi, quindi, ribattono punto su punto.
«Le gravi dichiarazioni sull’iter dei lavori di Rfi in stazione, di per sé già valutate con la dovuta attenzione nelle opportune sedi amministrative, verranno affrontate e relazionate nel corso del prossimo consiglio comunale. Inoltre sui lavori non sono rilevabili situazioni di tale gravità amministrativa che possano profilare il paventato abuso edilizio; trattasi di un iter avviato nel 2011 e che ha avuto una recente accelerazione, al fine di non perdere i necessari finanziamenti. Nel corso delle ultime trattative, con Rfi abbiamo ottenuto due opere ulteriori, a costo zero. Doverle giustificare appare alquanto ridicolo». Poi la questione della destinazione dell’ex tribunale: «La giunta e l’architetto Ghilotti sono sempre stati relazionati, nulla è stato ancora deciso». Sui parcheggi gratuiti il sabato, l’amministrazione chiarisce come vi siano valutazioni tuttora in corso, «nel più ampio ragionamento di gestione di tutti i parcheggi cittadini». Mentre riguardo all’ipotesi del ponte sull’Adda, Ruggeri afferma che «non considerare l’importanza di un ponte piano che asserva le frazioni retiche, è segno di scarsa lungimiranza amministrativa».
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