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Martedì 20 Dicembre 2011
Costa Masnaga: Rsi
Un altro Natale difficile
E' un altro Natale difficile, di incertezza per i 136 dipendenti della Rsi di Costa Masnaga. L'azienda - che lavora nel settore ferroviario - ha presentato un piano di rilancio che prevede la raduzione dell'organico da 176 a 70 dipendenti.
COSTA MASNAGA - «Ringraziamo il gruppo Barletta per il bel Natale che ci farà passare», ormai ai 136 dipendenti della Rsi di Costa Masnaga non resta che ironizzare sulla propria sventura professionale, dal momento che metà del personale rischia il posto di lavoro e chi resta, preferirebbe stare in cassa integrazione, «perché l'azienda non ha i soldi per pagare gli stipendi», come spiegano i lavoratori.
Michele Quaglio, rsu aziendale, così come i colleghi, ha una sola speranza per il 2012: «Vorremmo avere un nuovo imprenditore, che sappia fare il mestiere dell'imprenditore e che sappia come rimettere questa azienda sui giusti binari. Siamo convinti che questa azienda ha le carte in regola per continuare a lavorare».
Perché le maestranze sono convinte che le competenze professionali non manchino e che, con la liberalizzazione dei mercati dei trasporti e la possibilità di lavorare anche all'estero, potrebbero esserci nuove commesse. «Invece l'azienda ci ha proposto un piano industriale da lacrime e sangue - continua Quaglio - Praticamente, i nostri manager hanno intenzione di ridurre la forza lavoro da 136 a 70 dipendenti, di esternalizzare interamente i reparti produzione, progettazione e design, cioè le tre eccellenze di Rsi. Inoltre i crediti esistenti (ci sono quindici impiegati che non prendono lo stipendio da maggio) saranno ripagati alla vendita dello stabilimento di Roma. Un'assurdità, dal momento che non è così scontato che qualcuno voglia acquistarlo. Abbiamo l'umore sotto i piedi. Tra pochi giorni sarà Natale e per le nostre famiglie ci sarà poco da festeggiare. Sono mesi che viviamo una situazione terribile e alcuni di noi non stanno prendendo lo stipendio da oltre otto mesi», continua Quaglio.
Ieri i lavoratori hanno incontrato i sindacalisti, Diego Riva della Fiom ed Enrico Civillini della Fim, che hanno annunciato la rottura delle trattative con l'azienda: «Provocata dalla mancata volontà dei manager di Rsi di ritirare la procedura di mobilità avviata per i dipendenti di Roma, che sono 86, e perché non convince la procedura di pagamento delle mensilità arretrate per i lavoratori lecchesi», infatti l'azienda ha proposto il pagamento di una mensilità a gennaio, una a febbraio e i restanti sei mesi a seguire.
Per le prime tre settimane del 2012 sarà avviata una procedura di cassa integrazione ordinaria, poi le parti sociali cercheranno di utilizzare un nuovo ammortizzatore sociale per sostenere i lavoratori che da un anno e mezzo non stanno più lavorando. Forse si darà avvio a un contratto di solidarietà a zero ore, forse a una cassa integrazione straordinaria in deroga.
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