Cronaca / Lecco città
Giovedì 20 Novembre 2014
Contratti bancari a rischio usura?
Indagine di Confartigianato Lecco
La consulenza all’associazione di via Galilei, Daniele Riva: «Servizio richiesto dalle imprese»
Confartigianato ha avviato la consulenza alle aziende per aiutarle a scovare eventuali casi di abuso bancario sugli interessi.
Il presidente, Daniele Riva, spiega che è «un servizio richiesto dalle nostre aziende, fra le quali non abbiamo voluto accendere facili speranze. Perciò abbiamo spiegato che si procede solo a fronte di documentazioni e indagini accurate». Tuttavia, ci spiega Ermanno Ciampani, avvocato esperto di diritto bancario incaricato dall’associazione, «nella prima tornata di giovedì scorso abbiamo incontrato dieci aziende, fra loro otto hanno ampi spazi per procedere con prospettive importanti di recupero economico verso le banche».
Federconsumatori, Confcommercio e ora anche Confartigianato Lecco hanno stipulato convenzioni con professionisti esterni per sostenere le imprese nelle indagini su eventuali situazioni di anatocismo o usura da parte di banche e altre aziende finanziarie.
Federconsumatori raddoppia aggiungendo allo sportello lecchese anche quello meratese mentre Confcommercio, data l’alta richiesta da parte delle aziende, ha appena deciso di rinnovare per il 2015 la convenzione con la società bresciana incaricata. In Confartigianato gli appuntamenti sono fissati ogni giovedì e anche oggi, ci dicono in associazione, sarà giornata piena. Fra correttezza dei contratti, costi bancari su prestiti, fidi e sconfinamenti, lo scopo è valutare l’esistenza di anatocismo o usura, condizioni che, qualora si verificassero, imporrebbero la restituzione degli interessi addebitati illegittimamente dagli istituti bancari.
Punto di riferimento per valutare le varie situazioni è la legge sull’usura (108/1996) che ha introdotto un limite sui tassi, oltre al quale è usura. Ma, soprattutto, nel 2010 è arrivata una sentenza della Cassazione a sezioni unite (350/2013) secondo cui si concorre a determinare se il tasso e usuraio, con soglia aggiornata periodicamente dalla Banca d’Italia, sommando al Taeg, il tasso annuo effettivo globale, il tasso di interessi di mora. Dopo tale sentenza le irregolarità sono sparite, ma c’è molto da fare per recuperare il pregresso.
«Il nostro intervento – dice Ciampani – è molto strutturato. Non mandiamo nessuno allo sbaraglio e interveniamo solo dopo una preanalisi di documenti ritenuta valida per procedere. Notiamo – aggiunge – che le attività artigiane sono tramandate di generazione in generazione e hanno quindi alle spalle antichi contratti con le banche. E più sono antichi maggiori sono le possibilità di recupero sia per l’indeterminatezza delle condizioni applicate, cosa tipica dei vecchi contratti, sia perchè negli anni Ottanta-Novanta i tassi bancari erano molto più alti, quindi il differenziale di recupero a fronte di irregolarità è a dir poco interessante».
«Per noi – dice Daniele Riva – è un nuovo servizio alle nostre imprese, a cui diciamo che non è un’operazione a cui avvicinarsi a cuor leggero. La possibilità di recupero è a fronte di situazioni gravi e dati certi, perciò ci siamo rivolti a uno studio che in modo primario si occupa di questo settore. Sappiamo bene che la questione è delicata per le imprese che si trovano a scegliere fra la possibilità di recupero economico e il mantenimento del rapporto con la banca. Noi – conclude – abbiamo fatto una scelta fondamentale di difesa degli iscritti dove ovviamente mostrino ragioni per cui essere difesi, che sia verso l’Agenzia delle Entrate o verso le banche».
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