Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Ottobre 2013
Confindustria: «Rischio
di un conflitto sociale»
«La politica trovi il modo per proseguire nell’azione di governo e affrontare con decisione i gravi problemi dell’economia. Le imprese hanno bisogno di risposte: questo è il momento della responsabilità, chi vuole bene all’Italia deve dimostrarlo con i fatti»
Crisi di governo e aumento dell’Iva, Confindustria Sondrio prende una netta posizione. «La politica trovi il modo per proseguire nell’azione di governo e affrontare con decisione i gravi problemi dell’economia. Le imprese hanno bisogno di risposte: questo è il momento della responsabilità, chi vuole bene all’Italia deve dimostrarlo con i fatti».
L’appello di Cristina Galbusera, presidente di Confindustria Sondrio, giunge in un momento critico per la vita del Paese, con il governo entrato in crisi proprio adesso che bisogna predisporre e discutere il decreto più importante dell’anno, la legge di stabilità, quella che dovrebbe creare le premesse per il rilancio dell’economia nazionale.
Un provvedimento che le forze produttive e sociali attendono con ansia, dopo anni di purgatorio in cui l’Italia tutta – imprese e lavoratori - è stata sottoposta ad una cura da cavallo per rientrare nei parametri europei, con un’overdose di nuove tasse (l’ultima proprio ieri con l’aumento dell’Iva al 22%) che ci ha fatti ripiombare in recessione..
«Ho parlato con il presidente Squinzi e con vari altri colleghi in giro per l’Italia. Dobbiamo
fare fronte comune per dire alla politica che il Paese reale, quello che lavora e produce, non vuole più saperne di questi balletti. Se siamo un grande Paese, dobbiamo dimostrarlo con i fatti; in caso contrario i mercati non ci faranno più credito» prosegue Galbusera.
Le difficoltà del momento attuale sono note: la produzione industriale è crollata del 25% rispetto al picco della primavera 2008; la disoccupazione è salita oltre il 12%, con più di 3 milioni di disoccupati, e quella giovanile ha sfondato il muro del 40%; il mercato del credito rimane poco fluido e le aziende faticano a trovare le risorse per gli investimenti. Lo scenario economico internazionale è lievemente migliorato, ma per l’Italia si annuncia una ripresina da prefisso telefonico, nulla di più. Una nuova ondata di instabilità politica aggraverebbe ulteriormente una situazione già difficile: Confindustria stima che in tal caso il PIL 2014 passerebbe da +0,7% a -0,3%.
«Sono molto preoccupata, non vorrei che questa crisi economica degenerasse in conflitto sociale. Purtroppo le premesse ci sono tutte, perché la politica sta giocando a dadi con il destino del Paese. Il Governo in carica è l’unico possibile in questo momento, deve andare avanti e fare le cose che servono: accelerare i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione e varare la legge di stabilità con una forte riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Chiediamo a tutti un atto di responsabilità, è in gioco il nostro futuro» conclude Galbusera.
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