Confindustria Lecco
Il sì all’unione con Bergamo
Fusione: il via libera dell’assemblea dei soci di Lecco e Sondrio, contestuale a quello orobico - Il presidente Riva: «La nuova associazione avrà più capacità progettuale e mezzi per tutto il sistema produttivo»
Via libera dall’assemblea dei soci di Confindustria Lecco Sondrio alla fusione con Confindustria Bergamo. Il sì lecchese è arrivato ieri pomeriggio contestualmente a quello dell’associazione bergamasca, visto che ciascuna associazione nel pomeriggio era riunita online nell’assemblea dove è stato messo ai voti il protocollo per la fusione approvato lo scorso gennaio dai rispettivi Consigli generali.
E’ dunque partito l’iter che entro la fine del 2022 darà vita a un’unica associazione che verosimilmente si chiamerà, come annunciato in una nota congiunta al termine delle assemblee di ieri, Confindustria Lombardia Nord, in una definizione che, chissà, strada facendo sembrerebbe adatta a portare a bordo anche qualche altra territoriale.
Le due associazioni guidate da Stefano Scaglia (Bergamo) e Lorenzo Riva (Lecco Sondrio) vanno dunque avanti con le tappe previste dal protocollo: istituzione di una commissione che traccerà i nuovi perimetri di statuto, regolamento e organizzazione da sottoporre agli organi associativi competenti.
I mandati di entrambe le associazioni scadranno a giugno di quest’anno, ma le assemblee di ieri hanno deciso una proroga fino a compimento del percorso di fusione sotto la guida di Scaglia e Riva.
«Le nostre imprese – dichiara Lorenzo Riva - hanno confermato di credere nell’alto potenziale strategico della scelta di proiettarci in una dimensione sovraterritoriale che consentirà alla nuova associazione di avere visione, capacità progettuale, condizioni e mezzi per un’azione ancora più incisiva per la crescita del sistema produttivo, dei territori e delle nostre comunità e per la diffusione di una cultura d’impresa che mette al centro sviluppo, sostenibilità e benessere condiviso».
«Sarà per me motivo di orgoglio - continua Riva - portare avanti, assieme ai colleghi del Consiglio e della Commissione, un percorso che ci vede dialogare e integrarci con l’organizzazione che è espressione di un sistema produttivo e di una provincia simili ai nostri sotto molti aspetti, primi fra tutti la forte vocazione industriale e il significativo apporto del manifatturiero alla composizione del Pil».
Sta dunque per nascere una delle più grandi e influenti associazioni territoriali di Confindustria, forte nei numeri, che punta a farsi ascoltare ai Tavoli che contano, con le circa 1200 imprese che danno lavoro a 83.600 dipendenti per Confindustria Bergamo e circa 710 imprese che occupano 35.000 dipendenti per Confindustria Lecco-Sondrio.
«A conclusione del processo di fusione, nel 2022 – assicurano le due territoriali in un comunicato diffuso ieri - la composizione della governance della nuova associazione sarà tale da garantire una rappresentanza equilibrata alle due componenti, al di là della mera proporzione matematica».
«Con il loro voto favorevole – sottolinea Stefano Scaglia – i nostri associati hanno raccolto l’importante sfida di dar vita a un’organizzazione ancora più grande e autorevole, mettendo a fattor comune competenze e conoscenze, riconoscendo la propria identità nei valori dell’impresa manifatturiera innovativa che caratterizza fortemente i nostri territori ed è elemento fondamentale di sviluppo per l’intero Paese. La nuova associazione – aggiunge - avrà le dimensioni e le competenze per sviluppare progetti e attività di ampia portata come oggi richiesto dalle imprese, ma avrà al medesimo tempo una organizzazione che le consentirà una stretta vicinanza a associati e istituzioni».
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