Confindustria, il bilancio di fine anno: «Il nostro sistema, nonostante il disastro tedesco, sta tenendo»
La fase storica che stiamo affrontando è certamente complessa e caratterizzata da numerose incognite. Tuttavia, i dati confermano una sostanziale tenuta delle imprese industriali dei territori di Lecco e Sondrio. Certo, i numeri dell’ultimo trimestre dell’anno saranno probabilmente negativi, ma in misura contenuta se confrontati con quelli di altri paesi europei in profonda crisi, a partire da Germania e Francia.
Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, ha tracciato per la prima volta il bilancio di fine anno dell’attività associativa, soffermandosi anche sulla situazione generale dell’economia delle due province: «Il nostro sistema, nonostante il disastro tedesco, sta tenendo e questo significa che i fondamentali sono solidi; la struttura radicata delle nostre imprese consente di navigare in sicurezza anche in queste acque tempestose, caratterizzate soprattutto da una grande incertezza». In passato, gli imprenditori erano abituati ad avere un orizzonte lungo e quindi a prevedere e progettare: «Oggi invece – ha proseguito Campanari – navighiamo a vista e ci stiamo quindi abituando a non avere una prospettiva con punti fermi; ecco perché non ha senso chiedersi come sarà il 2025: negli ultimi anni si sono verificati fenomeni inaspettati che hanno modificato qualsiasi previsione».
In questo contesto, Confindustria Lecco e Sondrio rinnova il proprio impegno non solo di associazione che eroga servizi ma anche di attore che vuole giocare un ruolo di primo piano per lo sviluppo del territorio, a fianco delle imprese, per sostenerle in questa “navigazione tempestosa”, ma non solo. Vanno in questa direzione due iniziative sottolineate dal presidente. La prima è la realizzazione, in collaborazione con Confindustria Como e con lo studio Ambrosetti, del masterplan per lo sviluppo dell’area vasta che comprende le due province lariane, la Valtellina e la Valchiavenna: «Presenteremo lo studio in primavera e successivamente lavoreremo per mettere a terra i progetti: non intendiamo solo produrre un pezzo di carta, per quanto pregevole e denso di dati, ma creare un’occasione concreta per la crescita delle tre province, pensate come un territorio omogeneo caratterizzato da interessi comuni; non è e non deve essere un progetto di Confindustria, ma del territorio». Peraltro, questo percorso permetterà di rafforzare la collaborazione virtuosa con Confindustria Como.
Un’unità di intenti prodromica ad una fusione? Ancora una volta Campanari non si è sbilanciato: «Non è detto che una collaborazione intensa debba per forza tradursi in una fusione, ma non è escluso neppure questo scenario”. In ogni caso, secondo il presidente degli industriali, “un’eventuale fusione verrebbe effettuata solo se ci fossero motivazioni oggettive, non certo per contare di più: in questo senso, infatti, Confindustria Lecco e Sondrio ha già un peso specifico molto rilevante all’interno del sistema confindustriale, come dimostrato dal ruolo avuto nell’elezione del presidente nazionale Emanuele Orsini».
La seconda iniziativa rilevante per l’associazione riguarda il tema dell’education: «Abbiamo lanciato un progetto concreto, ossia un corso quinquennale di meccatronica che partirà all’istituto Viganò di Merate nel mese di settembre 2025: un’operazione che ci impegna, anche da un punto di vista economico perché dobbiamo realizzare aule e laboratori, ma che è fondamentale per colmare, almeno in parte, il gap tra la domanda di figure specializzate e l’offerta data dai giovani che escono dagli istituti tecnici con il diploma di perito meccanico».
Guardando al futuro, Campanari intende proseguire nel progetto di aprire il più possibile l’associazione al contributo degli associati (“per questo abbiamo costituito con successo gruppi tecnici che seguono alcune filiere”) ed insistere per ottenere risposte sul tema, così rilevante per questi territori, delle infrastrutture e della mobilità.
Sul fronte nazionale, infine, il giudizio sul governo di Giorgia Meloni è complessivamente positivo. Non tanto per quanto riguarda i provvedimenti economici, peraltro in gran parte obbligati (“per restare all’interno dei parametri europei, ovviamente questa manovra finanziaria deve essere difensiva”), quanto per la solidità e stabilità: «La tenuta del paese a livello economico – ha concluso il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio – è certamente merito delle imprese, ma la stabilità rappresenta un fattore positivo, forse più di quanto possiamo immaginare».
CONFINDUSTRIA CAMPANARI. Video di redazione
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