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Lunedì 18 Marzo 2013
Compagnoni e Bonatti
In tv la conquista del K2
È la storia della prima scalata italiana del 1954 sull'alta vetta, destinata a mettere un punto su una polemica che si è protratta per oltre cinquant'anni tra Compagnoni, Bonatti e Lacedelli. Racconta la conquista della più alta cima del Karakorum da parte di un gruppo scelto di dodici alpinisti italiani, guidati dal professor Ardito Desio
Hanno girato dall'alba al tramonto a 3.500 metri di altezza (sul ghiacciaio tirolese di Solden) con i le mani conficcate tra roccia e neve, ma tutti hanno scoperto una nuova passione comune, quella per l'alpinismo. Bocci (Walter Bonatti), Poggio (Achille Compagnoni), Cederna (Ardito Desio), Alhaique (Lino Lacedelli) e Giorgio Lupano sono il maxi cast tutto al maschile della fiction che vede alla regia l'austriaco Robert Dornhelm. Una coproduzione italo-austriaca, realizzata per Rai Fiction dalla RedFilm e Terra Film Group.
È la storia della prima scalata italiana del 1954 sull'alta vetta, destinata a mettere un punto su una polemica che si è protratta per oltre cinquant'anni tra Compagnoni, Bonatti e Lacedelli. Racconta la conquista della più alta cima del Karakorum da parte di un gruppo scelto di dodici alpinisti italiani, guidati dal professor Ardito Desio. Compagnoni e Lacedelli toccarono la vetta; Bonatti, che aveva tentato di raggiungerli con delle bombole d'ossigeno, per permettere loro la scalata, in cambio ottenne di dover rimanere senza tenda, sacco a pelo, nulla, «poiché - ricorda Bocci - i due non avevano rispettato il luogo dell'incontro e si erano spostati di 250 metri di altitudine rendendogli impossibile di fatto di accedere al campo che avevano allestito». Non era solo, e al suo accompagnatore Amir Mahdi (Matteo Azchirvani), per la prolungata esposizione al gelo (-50°C) furono amputate alcune dita delle mani e dei piedi. Bocci spiega: «Ho letto praticamente tutto il materiale a disposizione su quest'uomo straordinario, ma ho trovato anche un vecchio video di allora dove appariva in un piccolo frame: è guardando quelle immagini che ho capito, è stata una sorta di folgorazione. La sua figura in questa fiction uscirà pulita».
«Abbiamo girato a 3.500 metri di altezza, la fatica che vedrete sullo schermo è vera non è finzione. Ci alzavamo la mattina presto, ci vestivamo con gli abiti anni '50 e, poi, la funivia ci portava ad una certa altezza. Da lì in poi, dovevamo camminare per raggiungere il set dove iniziavamo a lavorare dopo quattro ore di fatica e di camminata». Di tutta la fatica, Poggio ricorda soprattutto «il freddo. Avevamo addosso abiti anni '50, ma con sotto materiale termico. Quello a cui proprio non si poteva rimediare erano le scarpe».
Dieci anni dopo quell'impresa gloriosa, ebbe inizio una lunga disputa giudiziaria: Compagnoni disse che insieme a Lacedelli erano arrivati in cima senza l'aiuto delle bombole, portate invece a rischio della vita da Bonatti, perché erano vuote. Affermazioni smentite solo trent'anni dopo, quando la sentenza definitiva del Cai confermò la versione di Bonatti.
La fiction dà conto anche di questa parte e resta fedele alla sentenza. Compagnoni, fa notare Poggi, «era un ottimo alpinista, ma l'impresa per lui era l'ultima occasione di gloria e la voleva ad ogni costo. C'era molta competizione fra lui e Bonatti, che era di fatto il più bravo. Ma per spezzare una lancia a suo favore posso dire che quando sei a quell'altezza sul tetto del mondo, in quelle condizioni climatiche, perdi forse anche la cognizione della realtà. Tutto appare diverso». La fiction si apre un decennio prima della famosa scalata e presenta la ritirata del Corpo Alpino dalla campagna di Russia.
Un uomo giace a terra e il suo amico, nel soccorrerlo, lo rassicura dicendogli che la morte non lo raggiungerà lì. Il ferito esprime il desiderio di morire fra le sue montagne: è Mario Puchoz (interpretato da Giorgio Lupano, che morirà in seguito durante la scalata del K2), mentre l'amico è Riccardo Cassin (Alberto Molinari).
A uno a uno vengono presentati i protagonisti della vicenda. Vediamo Ardito Desio (Giuseppe Cederna) che convince il presidente De Gasperi ad investire in un'impresa in cui anche gli americani hanno fallito. Cederna, pronipote di uno dei fondatori del Club alpino lombardo, spiega: «Era un uomo di tempra forte, per convincere De Gasperi a finanziare la spedizione fece leva sui sentimenti dell'orgoglio nazionale, sulla rivincita di un Paese gravato da pesanti debiti di guerra. Desio era molto ambizioso, determinato a entrare nella storia ad ogni costo».
"K2: la montagna degli italiani", far notare Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, «è ambientata in un'Italia, è il 1954, che paga i debiti della guerra e che vede in questa impresa anche un gesto di riscatto e speranza». Il produttore della Red Film, Mario Rossini, ha realizzato anche un docufilm, cui ha partecipato anche Reinhold Messner, che ricostruisce l'intera vicenda.
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