Cronaca
Mercoledì 14 Febbraio 2018
Como, “parentopoli” ai seggi
L’assessore nomina anche sua figlia
La maggioranza impone 131 nomi di scrutatori. Pettignano porta in commissione la lista, c’è il familiare. L’opposizione sceglie il sorteggio
Trecento nomine. Un piatto succulento, da far venire l’acquolina in bocca, e pazienza se non sono posti in qualche consiglio di amministrazione ma solo incarichi da scrutatore al seggio. Sempre di nomine si tratta, quindi un’occasione per “piazzare” amici parenti. Peraltro le norme in questo caso lasciano un ampio margine di discrezionalità, va chiarito, ma la polemica scoppia lo stesso perché «al di là delle regole c’è una questione di opportunità».
La storia parte con la recente riunione della commissione elettorale, organismo chiamato a indicare gli scrutatori in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. Settantaquattro seggi in città, quattro scrutatori a seggio (più quelli “speciali”) e i conti sono presto fatti: bisogna scegliere 304 nominativi.
Della commissione fanno parte l’assessore ai Servizi demografici Francesco Pettignano (delegato dal sindaco), i consiglieri di maggioranza Antonella Patera (Forza Italia)e Ivan Noseda (Lega), il consigliere di minoranza Gabriele Guarisco (Pd). Succede che Pettignano e i consiglieri di maggioranza propongono una lista di 131 nomi, preparata in precedenza, che comprende diversi esponenti di centrodestra e persino la figlia dello stesso assessore. Guarisco fa presente che non voterà mai quel pacchetto di nomi, il centrodestra tira dritto e così, venuta meno l’auspicata unanimità, la lista è votata - cosa consentita - dai soli consiglieri di maggioranza. A quel punto il rappresentante dell’opposizione chiede che gli altri nomi (spettava alle minoranze indicarli, come da prassi) vengano estratti a sorte dall’albo degli scrutatori, utilizzando il computer. E così avviene.
«La proposta dell’assessore Pettignano e dei due consiglieri di maggioranza era inaccettabile - dice Guarisco - Le forze politiche possono mandare ai seggi i rappresentanti di lista, come noto, figure peraltro che hanno la possibilità di contestare le schede durante lo spoglio. Non si capisce perché debbano essere i partiti a decidere anche gli scrutatori. Può accadere che alcune persone iscritte all’albo in realtà non siano disponibili e quindi ci si ritrova a doverle sostituire all’ultimo momento, cosa che a volte crea problemi, ma non mi sembra un motivo sufficiente per presentarsi con una lista di 131 nomi. I criteri dovrebbero essere altri, ad esempio dare ai più giovani o ai disoccupati la possibilità di guadagnare qualcosa». I comaschi iscritti all’albo sono 2.107, la legge stabilisce nel caso delle elezioni politiche (Camera e Senato) un compenso di 150 euro per ogni scrutatore.
L’elenco con i 131 nomi scelti dal centrodestra verrà reso noto nelle prossime ore ed è facile prevedere altre sorprese, al di là della presenza di un familiare del citato Pettignano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA