Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 26 Novembre 2014
«Commercio, non ce la facciamo più»
La presidente Credaro al consiglio generale: «Operatori stanchi e poi spuntano sempre nuovi balzelli». Critiche ai corsi obbligatori sui malati di gioco: «Lo Stato li spenna e su di loro dobbiamo vegliare noi».
Grosse le difficoltà per il settore del commercio a causa, ad esempio, della tassazione Imu sui terreni che avrà pesanti risvolti soprattutto in una realtà montana come quella valtellinese. Oppure i nuovi corsi obbligatori sulle ludopatie, «che sono frutto del comportamento ipocrita da un lato dello Stato, che “spenna” i ludopatici trasferendo ai pubblici esercenti la responsabilità di vegliare su di loro, dall’altro della Regione, che asseconda le direttive del Governo».
E ancora l’obbligo dell’installazione dei pos per tutte le spese superiori ai 30 euro, in vigore dal 30 giugno scorso, e la nuova normativa in materia di etichettatura degli allergeni. Sono alcune delle criticità che si riservano anche sulla provincia di Sondrio dove i segnali di allarme da parte dell’Unione commercio sono tanti e vanno a inserirsi in un quadro di difficoltà generalizzata nei settori del commercio, del turismo e dei servizi. Tanto che la presidente dell’associazione di categoria, Loretta Credaro, nella riunione del consiglio generale di lunedì sera, non ha usato mezze parole: «I nostri operatori sono stanchi e non ce la fanno più a far fronte a sempre nuovi adempimenti e balzelli che vanno a gravare sulle loro aziende, già duramente provate».
«Una nostra indagine - ha spiegato Credaro - ci ha consentito di appurare forti criticità che riguardano tutti i comparti. Molteplici le problematiche sollevate: in cima alla lista troviamo la crisi dei consumi e l’eccessivo peso fiscale, seguiti da una burocrazia sempre più complessa e opprimente, da un’esasperazione dei controlli e delle ispezioni, da un malcontento diffuso che, talvolta, vede la nostra categoria oggetto di attacchi ingiusti».
In questo scenario, il compito principale dell’Unione è quello di porsi in un atteggiamento di totale apertura all’ascolto, raccogliere le avvisaglie di disagio e le criticità, farsene interprete portando le istanze degli operatori nelle sedi di discussione dove vengono e verranno prese, alla luce del riordino dell’assetto amministrativo in atto, le decisioni importanti, individuare possibili percorsi e soluzioni. «Il ruolo della nostra associazione - ha aggiunto la presidente - deve essere soprattutto quello di far finalmente capire a chi legifera che i nostri imprenditori non ne possono più di sempre nuovi provvedimenti, i quali, nella maggior parte dei casi, risultano inutili, controproducenti o ingiustamente vessatori».
La presidente Credaro, in un’ottica che vuole essere quella di una “governance allargata”, ha fatto appello alla collaborazione di tutti coloro che hanno un ruolo all’interno dell’Unione: dai membri dei direttivi delle singole categorie, ai rappresentanti del consiglio generale, ai componenti di giunta.
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