Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 28 Maggio 2016
Comitato paritetico, il capoluogo rivendica
un posto
Valtellina e Valchiavenna protagoniste delle scelte legislative regionali di competenza territoriale grazie all’organismo per la specificità, ma senza Sondrio.
Il sindaco di palazzo Pretorio non è stato designato tra i tre componenti della Provincia. Lo sono il numero uno di palazzo Muzio Luca Della Bitta, il suo vice Christian Borromini e il consigliere provinciale Pierluigi Giumelli.
Una scelta quella di Della Bitta dettata, probabilmente , dalla necessità di mantenere gli equilibri interni alla maggioranza che ha destato più di una perplessità. Anche perché sia al tavolo sul riordino istituzionale lombardo insediato qualche settimana fa al Pirellino alla presenza dei due sottosegretari Daniele Nava e Ugo Parolo, sia a quello “storico” dell’Aqst, l’Accordo quadro di sviluppo territoriale in cui si valutano - o si dovrebbero valutare - i progetti di interesse provinciale da finanziare con i fondi del demanio idrico, il capoluogo c’è.
«Ogni volta che si è discusso a Milano della specificità montana e della sua declinazione in atti concreti, il presidente della Provincia è stato accompagnato dal sindaco del capoluogo che è il punto di riferimento del territorio - dice Molteni -. E la cui presenza è doverosa, al di là delle appartenenze politiche».
La scelta di escludere il capoluogo del Comitato paritetico è dunque sbagliata seconda Molteni che crede nella necessità che il territorio si sieda ai tavoli milanesi con le voci degli enti che più lo rappresentano. «È utile per il futuro di Valtellina e Valchiavenna - ribadisce - che questo territorio riaffermi chi sono i suoi rappresentanti. Chi sono i rappresentanti di questa provincia che è stata riconosciuta “speciale” all’interno di un perimetro ben definito. Dentro quei confini il capoluogo, indipendentemente da chi lo governa, è Sondrio. Chiaro che se, invece, il senso è di riorganizzare il tutto in cantoni e di affidare alla città più popolosa il ruolo di capoluogo, beh allora le cose cambiano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA