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Sabato 25 Maggio 2013
Colpo in banca a Livigno
Patteggiano i due rapinatori
Giovedì mattina sono finiti entrambi davanti al gup Fabio Giorgi di fronte al quale hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento. Le pene: 4 anni e 6 mesi di reclusione e mille euro di multa ciascuno
Giovedì mattina sono finiti entrambi davanti al gup Fabio Giorgi di fronte al quale hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento. Le pene: 4 anni e 6 mesi di reclusione e mille euro di multa ciascuno. Gli imputati erano Giacomo Mazza, bergamasco di 64 anni, e Maurizio Molano, veronese di 49 anni. Dopo aver studiato la rapina per alcuni giorni, il 13 agosto dell'anno scorso erano entrati in azione. Poco prima delle 8.30, mentre la giornata lavorativa degli impiegati stava cominciando, i due uomini avevano fatto irruzione alla sede livignasca della Bps.
Un cappellino sulla testa per nascondersi un po' ma senza dare troppo nell'occhio, erano entrati negli uffici di via Da la Gesa e avevano mostrato la pistola (peraltro un pezzo quasi di antiquariato, ma con il colpo in canna) facendosi consegnare i soldi dal cassiere prima di legarlo con del nastro in plastica da officina insieme a due clienti che si trovavano all'interno della banca. Poco dopo Mazza e Molano lasciavano la banca con 96mila euro e mille franchi svizzeri, tutti prelevati dalla cassa continua. E qui aveva avuto inizio la fuga, anche questa organizzata con una certa cura.
Saliti su una vecchia moto da enduro, avevano evitato accuratamente le normali strade asfaltate, dirigendosi invece verso l'Alpisella sullo stesso sterrato utilizzato anche per entrare a Livigno, evitando quindi di passare attraverso le barriere delle dogane.
Gli agenti della Polizia municipale però avevano trovato le tracce lasciate dalla moto sulla terra e la segnalazione era stata data immediatamente ai carabinieri che già erano sulle loro tracce. A Grosio, all'altezza dello svincolo per Tiolo da cui si raggiunge il Mortirolo, i rapinatori avevano trovato sulla loro strada l'auto civetta dei militari del Norm che li stavano aspettando. Durante il tentativo di fuga la moto e la Fiat Punto dei Carabinieri erano entrate in collisione, e i due rapinatori erano finiti a terra.
La loro fuga era finita. In poche ore avevano messo insieme una lunga lista di accuse: rapina, sequestro di persona (per le persone legate), ricettazione (la targa della moto usata per la fuga era risultata rubata) e resistenza a pubblico ufficiale. Prove evidenti e colpevolezza certa: meglio patteggiare, ottenendo almeno uno sconto sulla pena.
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