Colico, un fulmine distrugge la cappelletta
Gli alpini sul Legnone per ricostruirla
Il maltempo ha colpito anche a 2.610 metri d’altezza sventrando il manufatto in pietra Già prelevata l’effigie della Madonna per restaurarla, una squadra di penne nere sul posto
Il maltempo di agosto ha colpito anche in alto, ai 2.610 metri del monte Legnone, la cima più alta della provincia di Lecco.
Un fulmine ha centrato la cappelletta che è fortemente danneggiata, quasi fosse stata bombardata.La parte sinistra è andata in frantumi ed è stata interessata anche l’effigie che raffigura la Madonna.
Prima la verifica
Quest’ultima è già stata recuperata per essere sottoposta al restauro mentre gli Alpini, che hanno costruito la cappelletta nel 1958, stanno preparando il lavoro di riparazione muraria.
«La prossima settimana – riferisce il presidente della sezione colichese, Stefano Foschini – ci sarà un intervento di verifica del danno per vedere quanto è rimasto in loco, visto che nella struttura c’erano anche delle parti in marmo. È già stata formata una squadra di Alpini muratori che faranno i rilievi, dopo verranno sostituite le parti rotte. Speriamo entro il mese di ottobre di poter finire. Vedremo anche di ripristinare il parafulmine, che è utile, per quello che può fare».
Una volta stabilito il piano di intervento, le penne nere provvederanno al lavoro di riparazione.
«Se i pezzi grossi sono rimasti sul posto, si possono recuperare. Sennò – continua Foschini – si dovranno portare con l’elicottero e l’intervento diventerà più pesante».
Una cosa simile era già successa una quindicina di anni fa ma con un danno ben minore di quello che risale a circa tre settimane fa.
«Gli Alpini di Colico hanno un legame affettivo molto importante verso la cappelletta del Legnone», conclude il presidente Foschini.
Il manufatto era stato costruito sulla vetta nel 1958 principalmente da Arturo Pinoli di Piantedo (poi residente a Colico) classe 1926, con il sostegno di altri collaboratori: Carlo Spelzini,Daniele Bianchi Bazzi ed Ezio Piva, tutti colichesi.
Pinoli ricordava che durante i lavori vennero incontrate condizioni meteo molto difficili, con improvvisi temporali e forti grandinate.
Mentre viveri e materiali furono forniti da un noto imprenditore colichese, un centinaio di persone partecipò al trasporto di sabbia, cemento e sassi fino ai 2.610 metri della vetta e gli addetti ai lavori trovarono alloggio in una casera a due ore di cammino dalla cima. Durante una delle salite per il trasporto del materiale, ci fu anche una tragedia che suscitò molto sgomento in paese: il 7 settembre 1958, perse la vita il sergente degli alpini Antonio Della Valle, precipitando in un burrone.
Alta tre metri
Per erigere il manufatto furono necessari sedici giorni di lavori in condizioni veramente difficili, dopo che un certo Regazzoni ideò come doveva essere fatta. La cappelletta, in sasso, è alta tre metri e domina le vallate aprendosi su un panorama mozzafiato tra i più belli del lago.
Al suo fianco c’è la croce che risale invece al 1900 ed è stata rifatta nel 2004.
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