Cinquemila in delirio per Guccini
E il mattatore porta sul palco Silvio

«Ha dovuto abbandonare il potere. Ma gli ricresceranno persino i capelli e avrà una chioma lunga fino». Tanti i lecchesi al concerto di Varese: c'era anche l'assessore alla cultura Michele Tavola

VARESE «Chi è a destra va a sinistra e viceversa».




Si lancia in una simpatica quadriglia Francesco Guccini. «E mi sconvolgono i turbamenti mentali, la Carlucci per esempio. E poi lui: ha dovuto abbandonare il potere. Ma gli ricresceranno persino i capelli e avrà una chioma lunga fino al c...».




C'è un Guccini populista - è vero - antiberlusconiano alla moda, grossolano, che sembra cerchi il facile consenso dei quasi cinquemila, questa sera ad ascoltarlo al Palawhirlpool (non solo reduci, ma tanti ragazzi).




Quello che spacca il ritmo musicale del concerto con tirate goliardico-polemiche, al punto d'intralciare l'altro Guccini: il musicista navigato, il band leader sicuro, il cantante non proprio in gran forma, «mi perdonerete se ogni tanto tossirò». Ma questa è la sua storia: una scaletta costruita su pezzi ingolositi da perle di satira politica.




E questo è Guccini: uno che dopo oltre 40 anni di carriera si rivela per quello che è, in camicione rosso. Uno che in mezzo a tanti ripensamenti dimostra coerenza e fedeltà a una linea di pensiero. Che continuerà a cantare fin quando avrà qualcosa da dire, «e ne avrei tante stasera». E perché fermarlo? Quando è l'unico capace di fotografare esistenze grandiose e misere? Perché pesarlo su una bilancia che potrebbe andare bene per i più mentre, da sempre, Guccini è fuori gara? Dal vivo, senza dubbio, quello più autentico.




E secondo una specie di liturgia di rito che comincia con "Canzone per un'amica" e si chiude con "La locomotiva". In mezzo: classici di una carriera infinita. Stavolta arricchiti di qualche novità (dall'ultima raccolta "Storie di altre storie") ed altri tenuti fuori per lungo tempo dal repertorio live del cantautore, inserite invece nella scaletta varesina.
Barbara Rizzo

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