Cronaca
Martedì 13 Febbraio 2018
Ciclamino park
Sentenze confermate
Crandola, la Corte d’Appello ha ribadito l’assoluzione del marito
e la condanna dell’installatore della stufa che causò il rogo
Confermate una condanna e un’assoluzione per il rogo del “Ciclamino Park” avvenuto all’alba del 18 dicembre 2010 e nel quale morì una donna. E confermate tutte le statuizioni civili.
La quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano ha confermato in toto la sentenza di primo grado per la tragedia avvenuta in Valsassina oltre sette anni fa, quando Rosa Antonia Invernizzi, 56 anni, residente a Calolziocorte, rimase uccisa nel rogo del ristorante-pizzeria gestito con il marito a Crandola.
Nel marzo 2015 il giudice Salvatore Catalano aveva inflitto una condanna a nove mesi all’installatore della stufa a pellet dalla quale, stando agli esperti nominati dal Tribunale di Lecco, si era sviluppato l’incendio: a Maurizio Beri, difeso dall’avvocato Christian Malighetti, aveva comunque concesso il beneficio della pena sospesa, riconoscendo le attenuanti generiche, ma imponendogli il pagamento di una provvisionale di 80mila euro ciascuno per i due figli della vittima (parte civile nel processo penale con l’avvocato Davide Monteleone) e di 100mila euro per la società “MaGi.ca”, proprietaria dello stabile (assistita dall’avvocato Fabrizio Consoloni)
Con richiamo all’insufficienza di prove, il giudice Catalano aveva invece assolto invece Roberto Floreano (assistito dall’avvocato Marcello Perillo), gestore del ristorante pizzeria, sia dall’accusa di omicidio colposo in concorso per la morte della moglie che da quella di incendio colposo.
L’articolo completo sul giornale in edicola domani, mercoledì 14 febbraio.
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