Chiusi i cancelli del Bione alle giovanili del Lecco, InSport: «Società inadempiente, faremo giocare solo le partite in calendario domenica»

Emanuele Torri se ne lava le mani. I ragazzini dell’Under 17 e delle giovanili del Lecco tenuti fuori dal centro sportivo del Bione nei giorni scorsi per una questione meramente economica tra il gestore (per conto del Comune), InSport, e la Calcio Lecco (che non ha pagato i 42mila euro del prezzo, ribassato), sull’affitto dei campi da calcio del Bione, viene trattata con malcelato fastidio dal Comune di Lecco. L’assessore allo sport Emanuele Torri esprime il suo dispiacere ma non sembra voler fare “pressioni” sul gestore di un bene comunale: “Trattandosi di un rapporto tra gestore del Centro Sportivo e la Calcio Lecco, come amministrazione ci auguriamo semplicemente che la situazione possa risolversi, soprattutto nell’interesse dei numerosi atleti e allenatori che sono coinvolti e che vivono lo sport con passione”.

È vero che, burocraticamente parlando, non si può muovere nessun appunto a gestore e Comune. Se il Lecco non paga è giusto che non giochi sui campi che sono comunque gestiti da un privato. Ma, invece, dal punto di vista sportivo ed etico, lasciare fuori dei ragazzini senza che il Comune non dica la sua a favore non di chi non paga, ma dei ragazzini, lascia allibiti. Doveroso pagare per i servizi prestati, ma altrettanto doveroso fare in tutti i modi affinché i giovani, tutti minorenni, e le loro famiglie, che nulla c’entrano (direttamente) con i problemi dei pagamenti (in ritardo di mesi), possano svolgere il loro sport preferito. Si sa che il Comune a Di Nunno non ha mai regalato nulla. Né ha mai riconosciuto i lavori allo stadio come lavori che hanno riqualificato il Rigamonti-Ceppi a suon di milioni di euro e che avrebbero meritato se non altro un aiuto economico sotto diverse forme. Sono arrivati dall’avanzo di bilancio i centomila euro dell’area disabili che, comunque, sarebbe stata obbligatoriamente da realizzare. E nient’altro. Anzi sì: sono stati sviati i 250mila euro della Regione sulle rotatorie del centro come sistema viabilistico afferente allo stadio. Insomma, che in piazza Sassi prima, durante e dopo la serie B del calcio interessi poco, ci sta.

La Calcio Lecco dall’ufficio stampa fa sapere che il problema c’è (ovvero bisogna ancora pagare il Bione), ma sottolinea l’assurdità di un campo rifatto a nuovo e uno stadio riqualificato, mentre la società debba pagare il Bione. E anche se tutte le ragioni legali e burocratiche sono dalla parte di InSport e del Comune, rimane il fatto, in un momento così delicato, che si stia sparando sulla croce rossa. Anzi bluceleste.

Dopo la pubblicazione di questo articolo, è arrivata la presa di posizione di InSport. «Il Lecco, come emerso, non ha saldato l’utilizzo dei campi da diversi mesi (gennaio), più ulteriori saldi mancanti. Ha ricevuto molteplici solleciti negli scorsi mesi. Come da contratto “concessione spazi per utilizzi”, le società che risultano non in regola con i pagamenti non possono utilizzare il Centro Sportivo Bione. La società di Gestione, nelle more degli adempimenti da parte della Calcio Lecco, si è riservata di far disputare solo ed esclusivamente le partite già calendarizzate nella giornata di domenica, al fine di non penalizzare atleti e famiglie e allenatori»

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