Chiesa, parla il gestore del centro Vassalini. «Siamo stati lasciati soli»

«Siamo partiti nel dicembre del 2022 con grande entusiasmo, nella convinzione di poter fare qualcosa di bello e utile per il turismo in Valmalenco, che è la mia terra e quella prediletta dal mio socio, ma non c’è stato niente da fare. Alla fine abbiamo dovuto gettare la spugna, ma, prima di farlo, abbiamo chiesto più volte alla società gerente il Centro sportivo, l’Asd Valmalenco 1999, e al Comune di ascoltarci, di venirci incontro con i costi, ma nulla è stato fatto».

A dirlo è Andrea Folatti, 34 anni, di Chiesa in Valmalenco, barman di professione, con un curriculum di tutto rispetto alle spalle, che col socio Francesco Villa, 41 anni, aveva preso in gestione il bar del Centro sportivo di Vassalini di Chiesa e il relativo parco nel dicembre del 2022. E che, ora, nel leggere il comunicato dell’amministrazione comunale di Chiesa in cui è scritto che “in seguito alla rinuncia del gestore del bar nel proseguire l’attività l’asd Valmalenco 1999 si è trovata, improvvisamente, in grosse difficoltà...” è trasalito.

«Non mi sta bene questa cosa perché nulla è accaduto improvvisamente - dice Folatti -, anzi. Il primo incontro con l’Asd e col Comune lo abbiamo avuto nel febbraio del 2023, nel quale abbiamo messo sul piatto alcune questioni relative ai costi di gestione in termini di spese per gas e luce (anche quella per illuminare il parco) e di spese d’affitto, pari a 1500 euro al mese più Iva. Dopodiché abbiamo chiesto ripetutamente interventi di sistemazione di parti ammalorate del Centro sportivo, compresi i bagni esterni che sono inagibili e tali sono rimasti. Insieme a tutto il resto. Poi, ad aprile, abbiamo chiesto un nuovo incontro per il quale abbiamo dovuto attendere fino al novembre dello scorso anno. Ma anche in quella sede, il nostro appello ad abbassare i costi di affitto e a venirci incontro sulle spese sono rimasti inascoltati. Per non dire delle migliorie, mai eseguite. Ci siamo ritrovati persino con una caldaia mai revisionata in 12 anni. Quindi, a malincuore, nel marzo scorso ci siamo determinati a lasciare, però disponibili a fare ancora tutta l’estate fino ad agosto, dovendo un preavviso di sei mesi, se ci fossero venuti incontro almeno in questa fase con una riduzione dei costi. Ma niente, anzi, ci hanno detto che era meglio chiudere a fine marzo cosicché avrebbero potuto far entrare nuovi gestori in tempo utile per l’estate. Sembrava ci fosse la fila, invece...». É amareggiato, Folatti, perché si aspettava più supporto.

«Gli unici ad esserci stati sempre vicini, i fratelli Pircher - assicura Folatti -, per il resto, zero. E non capiamo perché, dato che tutti i centri sportivi comunali della Valmalenco, da Lanzada a Caspoggio, sono molto supportati dalle amministrazioni, anche sui costi. Qui, né supporto sui costi, né sulle migliorie, sembrava un centro sportivo in decadenza. Ora, invece, che siamo andati via, hanno iniziato a fare qualche sistemazione. Forse non ci volevano più, non saprei, però, noi, per reggere in una situazione simile avremmo dovuto incassare 12mila euro al mese, minimo, ed è impossibile dovendo prendere anche personale per il bar, aperto per contratto dalle 8 alle 24 dal 15 giugno al 15 settembre, e per la gestione di tutto il parco, del campo da calcio a 5 e dei campi da tennis. Almeno 60mila euro abbiamo perso per fare qualcosa di buono per la nostra valle e non ci riproveremo più. Ora sono tornato in Svizzera, a Locarno, e qui resto. Siamo tuttavia contenti di aver pagato i fornitori e gli affitti salvo un 4mila euro che senz’altro salderemo al più presto. Ma non si dica che siamo noi la causa di tutti i mali».

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