Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 25 Ottobre 2013
Chiedono soldi
su internet: truffa
La polizia postale di Sondrio è al corrente di questo fenomeno che già lo scorso anno si è verificato anche in Bassa Valle. Il modus operandi è uguale
Dopo i casi di due anni fa, si ripetono i tentativi di truffa informatica in provincia di Sondrio. Tanto che la polizia postale suggerisce di stare con gli occhi aperti e di non versare denaro se non si ha un contatto “diretto” con la persona, il più delle volte conoscente o amico, che richiede aiuto.
L’ultimo caso è avvenuto ieri quando diverse persone presenti nella mailing list di un professore tiranese hanno ricevuto una mail con scritto: «Urgente. Seriamente bisogno di aiuto. Io viaggio in Grecia per vari motivi personali e caddi in una situazione imbarazzante, è davvero difficile. Ho bisogno del vostro sostegno finanziario, almeno per la mia situazione in questo momento, un prestito che mi rimborserà il mio viaggio di ritorno. Non ho altro “tema” per comunicare attraverso Internet, così ho contattato in questo modo, in attesa di una risposta favorevole». Sicuramente non il linguaggio, questo, di un professore.
Ma, a prescindere da questo aspetto formale, la modalità di richiesta di soldi è simile a quella utilizzata, settimana scorsa, in una mail inviata dalla casella di posta dell’alpino di Piateda, Marino Amonini, che ha presentato denuncia alla polizia postale.
La polizia postale di Sondrio è al corrente di questo fenomeno che già lo scorso anno si è verificato anche in Bassa Valle. Il modus operandi è uguale: viene compromessa la casella di posta di un utente e da quella partono mail agli indirizzi e contatti più cliccati. «Purtroppo in passato qualcuno in buona fede ha inviato denaro pensando di dare un aiuto all’amico che lo aveva richiesto e utilizzando per questo sistemi di pagamenti all’estero come MoneyGram, Western Union o Ukash – fanno sapere dalla polizia postale -. Ad oggi, oltre alla denuncia di Amonini, non abbiamo ricevuto altre segnalazioni, ma non è escluso che non siano state formalizzate». Peraltro i truffatori paiono agire liberamente forzando diversi server di posta senza difficoltà. E’ il caso di gmail o di libero, per citare le ultime manomissioni.
Due i consigli che la polizia postale dà agli utenti: innanzitutto sostituire le password tradizionali con altre più “robuste” e sicure munite di più segni e caratteri. Ad esempio tutti ricordano il verso dantesco “Nel mezzo del cammin di nostra vita”. Ecco si potrebbe utilizzare le iniziali di questo vero (nmdcdnv) seguite da numero i simboli per rendere la password memorizzabile e a prova di “furto”. In secondo luogo, in caso di ricezione di mail sospetta, non effettuare alcun versamento senza prima aver chiarito con il mittente il reale bisogno di denaro e l’effettiva difficoltà all’estero.
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