Sport Invernali / Tirano e Alta valle
Domenica 29 Dicembre 2024
Chicco Cotelli difende la Stelvio: «La pista più bella e difficile al mondo»
Per Chicco Cotelli, già preparatore atletico e tecnico della Nazionale di sci, la pista Stelvio disegnata per la discesa libera e il super G di Coppa del mondo non era più impegnativa e più pericolosa delle volte precedenti. «Anzi - assicura -, la neve era migliore, non così ghiacciata come è accaduto negli ultimi due anni e come l’abbiamo vista spesso dal 1985 ad oggi, eppure, nessuno mai si è lamentato».
Certo, Cotelli, che vive a Bormio e conosce la Stelvio e il mondo dello sci come le sue tasche, precisa che si tratta pur sempre della pista più difficile al mondo «insieme alla Streif di Kitzbühel - dice - anche se quest’ultima è in alcuni tratti molto più impegnativa e in altri relativamente più facile della Stelvio. Però, da qui a dire che sia diventata più pericolosa rispetto agli altri anni, ce ne vuole. Semmai, stavolta, c’erano un po’ più di onde - ammette -, si presentavano un poco più esasperati i dossi, e questo gli atleti lo hanno avvertito, si sono trovati a superare qualche difficoltà in più, però, considerato che la neve non era così ghiacciata a me pare che si tratti di polemiche un po’ sopra le righe».
Arrivate soprattutto dal team francese che ha visto il suo capitano, Cyprien Sarrazzin, cadere malamente a ridosso del salto di San Pietro e finire al Morelli con un trauma cranico non da poco. «Nils Allegre, che è un giovane gran discesista - dice Cotelli - ha visto il suo capitano farsi male e magari si è superato nel dire che la pista è più pericolosa degli altri anni, ma così non è. Spiace, certamente, per l’infortunio di Sarrazzin e per la brutta caduta di Pietro Zazzi, che ha rotto tibia e femore, però, purtroppo, queste sono cose considerate abbastanza normali in situazioni di questo genere. Teniamo anche presente il fatto che le difficoltà del tracciato sono ancora più esasperate dal fatto che gli sci sono sempre più veloci e le curve sempre più chiuse, per cui, per sciare a questi livelli, con queste velocità e con queste curve, occorre essere dei grandi atleti. Gli stessi e i loro team lo sanno benissimo, sanno che questa è la pista più difficile al mondo e che ci sono difficoltà da superare».
Per Cotelli, comunque, la Stelvio è una pista da promuovere a pieni voti. «Sicuramente - dice -. É nata nel 1985 su disegno del compianto Oreste Peccedi, che ci ha lasciato lo scorso anno ed è una delle piste capaci di far emergere tutte le grandi capacità di questi grandi atleti. Chi vince qui è sicuramente un grande fuoriclasse». Vero, ma fra ieri e l’altro ieri persino i big, sono andati cauti. Odermatt ha dichiarato di essere sceso ieri con l’obiettivo di «riuscire a rimanere in piedi», Paris si è dichiaratamente «vergognato della prova in pista di sabato» e non ha brillato neanche domenica. Una pista che incute timore, insomma, la Stelvio, e che sarà regina delle prossime olimpiadi invernali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA