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Mercoledì 29 Maggio 2013
Chiavenna, il vento
di Sorel soffia sull'Italia
L'energia del vento soffia più forte della crisi. E stavolta ha un nome tutto chiavennasco. Si chiama Sorel, proprio come il soffio di aria che esce dai crotti, l'azienda fondata da Stefano Antinori, imprenditore di Chiavenna, 32 anni, noto anche per la lunga militanza nell'hockey locale e nazionale
La società - costituita insieme ad altri quattro soci, Adelio Gorletta, Alfredo Sbarra, Paolo Ferrario e Filippo Adamo - ha iniziato la propria attività tre anni fa. Da un anno il prodotto è sui mercati nazionale ed estero. «Abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione sul minieolico e abbiamo girato il mondo per cercare un prodotto efficiente e performante. Non l'abbiamo trovato. Abbiamo quindi pensato di puntare su un nuovo progetto, tutto nostro».
Antinori e soci hanno quindi promosso una collaborazione con aziende come Bosch e Phase (leader tecnologico nella produzione di elettronica di grossa potenza e di prodotti speciali meccatronici) e le università di Milano e Torino. La produzione viene curata a Magnago in provincia di Varese dall'Officina Rivolta, specializzata nella lavorazione di componenti ad altissima precisione.
Dopo alcuni anni di sperimentazione, l'azienda di Antinori ha messo sul mercato un prodotto nuovo. «Il nostro prodotto è una pala da 60 kilowatt con due tipi di torri. La principale è alta 24 metri, ma c'è anche la possibilità di salire a 30 metri. I progetti, dal punto di vista tecnico e del business plan, sono costruiti sulla base di precisi studi delle potenzialità anemologiche del sito. Il cuore della nostra macchina, quello che ci rende competitivi, è un componente di alluminio senza saldature, frutto di una fusione che viene realizzata in un laboratorio di Bologna. Questa peculiarità rappresenta un'enorme garanzia di affidabilità. Possiamo assicurare al cliente che per almeno vent'anni - la durata del piano - non ci saranno problemi nella base portante della macchina».
Un altro aspetto centrale è rappresentato dal motore a magneti permanenti, che garantisce una minore necessità di manutenzione. Siamo soddisfatti: abbiamo creato un prodotto vincente e siamo orgogliosi di averlo fatto con un processo tutto italiano: dal progetto alla commercializzazione, passando per la realizzazione dei componenti e l'assemblaggio. Dopo il primo anno di vendite, le richieste superano la capacità produttiva.
«Abbiamo venduto cinquanta pale nel primo anno e contiamo di superare i dieci milioni di euro di fatturato. I nostri prodotti sono stati installati in diverse regioni d'Italia, ora ci stiamo orientando verso il mercato estero, nel bacino del Mediterraneo, dalla Turchia al Marocco. Partiamo dalla Lombardia per arrivare in tanti Paesi, con un nome che richiama Chiavenna e in particolare il soffio d'aria che esce dai crotti».
Si sta lavorando per la progettazione di distributori di energia per le auto elettriche ai piedi delle pale e sono state presentate, nei mesi scorsi, tre richieste per lo sfruttamento di piccolissimi salti in corrispondenza di briglie nel Mera e nel Liro. «La possibilità di produrre energia pulita attraverso diverse tecnologie è al centro della nostra ricerca di innovazione ed è un evidente motivo di soddisfazione».
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