Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 29 Giugno 2018
Chiavenna, un’associazione per “salvare” il parco Paradiso
Preoccupa il passaggio della gestione dell’orto botanico cittadino al Parco delle Orobie.
È nata ufficialmente mercoledì sera l’associazione Amici del Paradiso di Chiavenna, sodalizio sorto dal comitato che negli ultimi mesi ha portato al centro del dibattito la questione del passaggio della gestione dell’orto botanico cittadino al Parco delle Orobie deciso da Regione Lombardia. Di fronte ad un’assemblea di una cinquantina di persone il docente universitario Guglielmo Scaramellini e l’architetto Anna Maria “Pucci” Corbetta, figlia del promotore del parco della rocca che sovrasta la città Serafino, hanno spiegato le motivazioni che hanno portato alla nascita dell’associazione e fatto il punto della situazione: «Il passaggio della gestione del Paradiso al Parco Orobie è legge approvata dal consiglio regionale – ha spiegato Corbetta – e per renderla effettiva mancano solo i decreti attuativi. Il pericolo non è affatto scongiurato».
La richiesta è quella di uno stralcio. Ipotesi sulla percorribilità della quale serpeggia un certo pessimismo, nonostante la richiesta degli enti locali e la contrarietà espressa anche dai vertici del Parco Orobie. Le strade alternative potrebbero essere due. La prima è la richiesta al Comune di Chiavenna di una modifica al Piano di governo del territorio in modo tale da non considerare più il Paradiso area a parco ma area museale, quale effettivamente è. A quel punto l’area sarebbe automaticamente svincolata dalla nuova perimetrazione regionale.
La seconda strada, considerata ultima ratio, quella di varare un accordo con i vertici del Parco delle Orobie per dare indicazioni vincolanti sulla gestione. Per il momento si procede con l’associazione, alla quale hanno già aderito numerosi soci fondatori. L’associazione, secondo statuto, ha come scopo la tutela, la valorizzazione e l’implementazione del patrimonio culturale, naturale, storico e ambientale del complesso in modo tale da mantenerne la manutenzione, adeguarlo e renderlo sempre più ampiamente fruibile e rispondente al contesto socio-economico e culturale. Affiancando, ovviamente, la gestione pratica che rimarrà, si spera, in capo alla Comunità montana. Uno scopo sociale decisamente vasto e generico, in modo tale da garantire ampi margini di libertà d’azione all’associazione. Nelle prossime settimane saranno definiti dall’assemblea il consiglio direttivo e, all’interno di questo, saranno scelti i ruoli di presidente, vicepresidente, segretario e tesoriere.
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