Chiavenna, stop ai parti pilotati e programmati: le mamme protestano
Nel giro di poche ore oltre 1.500 adesioni al gruppo nato su Facebook per il reparto di Ostetricia. Tantissime foto di bimbi nati in questo ospedale.
Si riaccendono i riflettori sul futuro dell’ospedale di Chiavenna e parte dal basso, da un gruppo di cittadine e cittadini, un nuovo appello per salvare il punto nascita.
«Vorrei fare un appello a favore del nostro ospedale. Sono incinta e, come ho già fatto per tre volte, vorrei partorire a Chiavenna. Purtroppo, non per mia scelta, sono obbligata anche questa volta a “subire” un taglio cesareo. Ieri (30 maggio, nda) mi hanno detto “ufficiosamente” che nel nostro ospedale non sono più consentiti cesarei programmati, e oggi ho scoperto che probabilmente anche i parti pilotati saranno mandati a Sondrio. Hanno già ridotto drasticamente i medici, ora tolgono anche la sala operatoria, è chiaro che si vuole disincentivare le mamme a partorire a Chiavenna. Eppure hanno appena rifatto il reparto con nuova sala operatoria, perché? Se poi l’idea è di fare andare tutte a Sondrio? Logisticamente è molto più comodo Lecco. Pochi numeri, quindi economicamente poco giustificabile un reparto in termini di personale e medici e anestesisti. E tolto il reparto di ostetricia e ginecologia, quale sarà il passo successivo?».
È il post pubblicato su Facebook, martedì, alle 14,43, da Silvia Gaspani, e che riportiamo, qui, per intero, perchè ha scatenato un vero e proprio terremoto che sta scuotendo l’intera Valchiavenna, e non solo, perchè alcune delle mamme che hanno partorito a Chiavenna e che stanno aderendo al gruppo pubblico “Insieme per l’ospedale di Chiavenna, reparto di Ostetricia e Ginecologia”, con oltre 1500 membri alle 15 di ieri, non sono neppure del posto, ma, gravitando in zona a scopo turistico ed essendo entrate in contatto, per controlli, con la realtà della piccola cittadina, hanno, poi, deciso di partorire proprio lì.
Va da sé che il “post” è stato letto, riletto, commentato, e, a un certo punto, è venuta avanti l’idea di dar vita ad un gruppo pubblico che «nasce per sostenere il reparto maternità della città di Chiavenna – scrive nella sua presentazione la promotrice, Pamela Ghiggi Persenico – in quanto siamo venuti a conoscenza, negli ultimi giorni, del fatto che non vi si effettueranno più tagli cesarei programmati ed induzioni e verranno “deviati” sul presidio di Sondrio. Ora, l’Ospedale di Chiavenna è un punto di riferimento fondamentale per la Valchiavenna e bassa Valtellina e va, perciò, preservato, tenendo anche conto delle strade poco scorrevoli che abbiamo, date dalla conformazione del nostro territorio».
«Abbiamo creato questa pagina – conclude Pamela - per chi vuole dimostrare agli enti locali (Azienda Ospedaliera, Comune e Provincia) quanto ci stia a cuore che il reparto riprenda al più presto le sue normali funzioni e per condividere tempestivamente informazioni relative alla situazione attuale».
«Non ci interessano posizioni e attriti politici - prosegue -, e questa pagina non è il luogo per esprimerli. Siamo semplici pazienti e cittadini che vogliono due cose: esprimere il proprio sostegno a chi finora ha portato avanti in modo eccellente un servizio chiave per la comunità e sollecitare una risoluzione tempestiva e soddisfacente dei tagli in corso».
E giù, a seguire, una valanga di post, simpatici, anticipati da #iosononatoachiavenna con riprodotte le foto di tanti piccoli nati in questi ultimi anni, ma, non solo. Ezio, ad esempio, è #natoachiavenna il 24 marzo del ’57, Massimo e Paolo Ferrantini, sono #natiachiavenna, nel ’73 e nell’86, e “postano” da Lugano, e, Chiara Raffa, è nata a casa, a Prosto, il 30 novembre 1994, per volontà della mamma ostetrica «cosa possibile solo grazie a un punto nascita vicino, per eventuali complicanze».
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