
Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 17 Novembre 2017
«Chiavenna, l’ospedale non si tocca
Ma serve il personale»
L’assessore Gallera rassicura sul presidio: «Per noi è uno dei pilastri della sanità di montagna».
«Chiavenna è uno dei pilastri della sanità di montagna». L’assessore regionale al welfare Giulio Gallera non ha dubbi. L’ospedale di Chiavenna continuerà ad essere un presidio per il territorio e sarà rafforzato. L’assessore ha fatto visita, accompagnato dal sottosegretario regionale alla presidenza Ugo Parolo, al pronto soccorso chiavennasco durante il pomeriggio di ieri. Una visita prevista, anche se cominciata con un’ora di ritardo rispetto alla tabella programmata, servita come momento inaugurale del completamento dei lavori di ampliamento e riqualificazione del pronto soccorso.
Dopo la visita al reparto e prima di incontrare i sindaci della valle, Gallera si è brevemente soffermato sulle prospettive dell’ospedale chiavennasco, ormai da anni al centro delle preoccupazioni dei valligiani per le difficoltà riguardanti i numeri di alcuni servizi e per il reperimento del personale medico in grado di condurli.
«Quello di Chiavenna è un presidio importante - ha commentato Gallera -, un luogo di snodo per stazioni turistiche rilevanti come quelle di Madesimo e dell’Engadina, oltre a essere la valle una meta di turismo che ne accresce di molto la popolazione. Ne riconosciamo l’importanza e l’unicità. Stiamo lavorando per mantenere e rafforzare il presidio. Gli interventi che stiamo facendo ne sono dimostrazione».
Gallera non nasconde l’esistenza di problemi: «Qui più che altrove abbiamo difficoltà nel reperimento del personale e nel mantenimento di alcune realtà. Il tema del punto nascite è cruciale. Per noi questo è il punto nascite montano che deve rimanere. Siamo determinati a mantenere un presidio che non ha numeri sufficienti ma che deve restare operativo proprio per la particolarità del territorio».
La questione è nota. Secondo i numeri previsti dalla legge, un minimo di 500 parti all’anno, Chiavenna non dovrebbe restare aperto. L’ultima novità risale ormai a un anno fa quando da Roma è arrivato l’aut aut. Un punto nascite tra Chiavenna e Gravedona deve chiudere i battenti e non saranno concesse deroghe. Gallera dice che Regione Lombardia ha scelto Chiavenna. «Purtroppo - ha detto Gallera - non è ancora chiaro l’orientamento nazionale».
Il secondo tema è il depauperamento di risorse professionali degli ultimi anni: «C’è un grosso sforzo da parte dell’azienda per il reperimento del personale che finora non ha dato i risultati sperati, ma che speriamo possa avvenire attraverso il sistema di incentivi, soprattutto i 5.000 euro in più per tre anni, che è stato studiato».
Ultimo punto la “collaborazione” con l’Alto Lario nell’ambito della nuova configurazione dell’Azienda socio sanitaria. «La collaborazione con Menaggio serve da un lato a mantenere quanto previsto dalla legge e dall’altro creare i presupposti per il mantenimento dei presidi – ha concluso l’assessore -. Molte unità semplici sono diventate unità complesse, con a capo i responsabili di Chiavenna. Un riconoscimento, anche economico, che consente di sviluppare qui la propria carriera evitando di fare scelte altrove. Le difficoltà sono oggettive, ma stiamo combattendo quotidianamente per superarle».
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