
Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 24 Gennaio 2019
Chiavenna, in aula senza cellulari si riesce a stare. Ma c’è chi resiste
Grande adesione al Caurga al progetto Unplugged. Anche se tra i più grandi c’è una certa reticenza.
Adesione con percentuali bulgare per il progetto Unplugged, i due mesi di sperimentazione varati dall’istituto alberghiero professionale Crotto Caurga di Chiavenna per cercare di limitare l’utilizzo degli smartphone a scuola. Il progetto è partito lunedì mattina, e durerà fino a fine marzo, e la risposta per il momento appare essere positiva.
Le cassette in legno realizzate dai ragazzi del corso ebanisti in questi due primi giorni hanno ospitato la stragrande maggioranza degli apparecchi portati a scuola dai ragazzi. Non tutti, però. Qualcuno senza telefono dalle 8 alle 14 non è voluto rimanere: «Su 31 classi dell’istituto – spiega il dirigente scolastico Massimo Minnai – abbiamo un’adesione al 100 per cento per 29 classi. Solo in due classi, si parla di quinte, abbiamo avuto resistenze. Anche in queste due classi, però, la percentuale di chi ha aderito è salita al 60% dopo il primo giorno».
Tutto confermato da un rapido giro per le classi. I cellulari sono nelle cassette. «Il fatto che ci siano delle resistenze da parte dei ragazzi più grandi – continua Minnai – significa che il livello di dipendenza è più alto in chi utilizza lo smartphone da più tempo. Il nostro obiettivo è portare tutti ad aderire durante la sperimentazione. Al termine della quale tireremo le somme».
C’è anche chi, ovviamente, ha provato a fare il furbo e ha consegnato un vecchio dispositivo non più utilizzato e si è tenuto in tasca quello nuovo. Subito beccato.
L’istituto chiavennasco è uno dei primi a muoversi in questa direzione: «Altre scuole si sono mosse in questo senso e questo significa che il problema esiste. Il regolamento d’istituto e la legge impongono di non utilizzare questi apparecchi se non per scopi didattici e sotto la supervisione dell’insegnante. Questo progetto è nato per arrivare ad adeguarsi a quanto previsto dalle norme».
La sensazione che la disconnessione stia alzando il livello di attenzione è confermato dalla docente Elena Sorrenti: «Abbiamo notato un utilizzo troppo intenso sia durante le lezioni sia durante l’intervallo. Abbiamo pensato che questa misura potesse migliorare sia il livello di attenzione in classe sia la socialità. Stiamo già riscontrando miglioramenti».
Tanto che qualcuno per l’intervallo si è già attrezzato con vecchi giochi di società. Per il momento a scuola sembra essere tutto tranquillo. Il lavoro preparatorio dei mesi scorsi sembra aver vinto gran parte delle resistenze: «All’inizio ero contrario a questa idea – spiega un giovane – ma in questi giorni mi sono accorto di poter stare senza lo smartphone. Non sono in crisi di astinenza».
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