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Sabato 23 Marzo 2013
Chiavenna: ecco perché
il Comune unico conviene
Nessuna volontà egemonica da parte di Chiavenna e garanzia della rappresentanza di tutti i "campanili". Ha battuto su questi due tasti il sindaco di Chiavenna, Maurizio De Pedrini nel presentare il progetto di fusione in un comune unico per la Valchiavenna
Chiavenna - Nessuna volontà egemonica da parte di Chiavenna e garanzia della rappresentanza di tutti i "campanili". Ha battuto su questi due tasti il sindaco di Chiavenna, Maurizio De Pedrini nel presentare giovedì sera il progetto di fusione in un comune unico per la Valchiavenna alla cittadinanza.
Di fronte ad un folto pubblico, in gran parte costituito però da addetti ai lavori, il primo cittadino ha illustrato le motivazioni di fondo che spingono verso questa soluzione nel quadro di una, obbligatoria per legge, revisione istituzionale.
«Entro fine anno dovremo associare nove funzioni. Abbiamo di fronte diverse strade, ma rischiamo di imboccarne alcune che fra un paio di anni si dimostreranno già vecchie».
Il riferimento è all'unione di comuni e alle semplici convenzioni. Strade bocciate anche dall'assessore alle riforme della Comunità Montana, nonché sindaco di Verceia, Luca Della Bitta: «La fusione porterà a un peso politico maggiore, visto che saremo il primo comune della provincia per abitanti, a maggiori margini di manovra per la riorganizzazione, con possibili risparmi immediati sul personale del 13% senza licenziare nessuno e la possibilità di usufruire di importanti economie di scala».
Il tutto a fronte di una situazione che vede attualmente tutti i Comuni sopra i 1.000 abitanti dover fare i conti con patto di stabilità, limiti alla capacità di indebitamento e taglio dei trasferimenti: «Con la fusione avremo tre anni senza patto di stabilità, le risorse attualmente appannaggio della Comunità Montana e un contributo straordinario di 1,3 milioni per i prossimi 10 anni oltre alla possibilità di accedere più facilmente ai fondi europei».
Su tutto lo spettro di trovarsi a fine anno senza Comunità Montana, visto che i fondi per il suo mantenimento sono garantiti fino al 2013 e non si sa cosa accadrà dopo: «Se devo esprimere un parere personale - ha commentato Della Bitta - penso che si vada verso un taglio delle Comunità Montane in Lombardia». Dopo la dettagliatissima illustrazione di Della Bitta su numeri e prospettive è stato aperto il dibattito.
Diversi i pareri favorevoli alla fusione.
Sono arrivati da Raffaele De Peverelli, in rappresentanza di Confindustria, Renato Cipriani per la Camera del Lavoro di Chiavenna,Mirko Dolzadelli per la Cisl, Massimo Timini per la Società Operaia di Chiavenna, del sindaco di Gordona Mario Biavaschi, di Gaetano Capizzi dell'associazione albergatori e, a titolo personale, dello storico Guido Scaramellini e dell'ex sindaco di Chiavenna e presidente della Cm Virgilio Longoni. Unica voce fuori dal coro quella del rappresentante della minoranza di Villa di Chiavenna, e assessore provinciale Silvana Snider
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