
Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 26 Aprile 2016
Chernobyl, quella nube che sconvolse la Valle: oggi tre pagine speciali
L’incidente nucleare e quei lunghi giorni contrassegnati da divieti e paure.
Il direttore sanitario dell’Ats: «Ma l’incidenza dei tumori sulla popolazione non è aumentata». Sull’edizione di oggi un lungo approfondimento sul tragico anniversario.
«Contrariamente a quanto si era temuto a suo tempo, gli effetti del disastro nucleare di Chernobyl non sono stati così impattanti sulla salute della popolazione italiana, e, quindi, anche di quella che fa capo alla nostra Ats della Montagna. Tant’è che, eloquenti studi scientifici non evidenziano, affatto, aumenti di casi di tumore, soprattutto alla tiroide, correlabili alla catastrofe nucleare».
Lo sottolinea Lorella Cecconami, direttore sanitario dell’Ats (Agenzia di tutela della salute) della Montagna, realtà che governa, dal punto di vista della “copertura sanitaria”, le popolazioni di Valtellina, Valchiavenna, Medio e Alto Lario e Valcamonica.
A cambiare, parecchio, è stato, comunque, l’approccio al tema con aumentati controlli ambientali, condotti dalle Asl territoriali di riferimento, subito dopo l’incidente, mentre, dopo il referendum del 18 aprile 1993, i controlli sono passati alle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa), di cui esiste una sede territoriale anche a Sondrio.
Ma c’è anche un aspetto sociale e di accoglienza importante da sottolineare, un numero preciso è difficile fornirlo, visto che molti comitati non sono più attivi e che il numero dei bambini ospitati è mutato negli anni, ma potremmo affermare che da metà anni Novanta fino ad oggi sono quasi un migliaio i bambini bielorussi ospitati in provincia di Sondrio grazie all’associazione “Aiutiamoli a vivere” (con sede a Terni e numeri comitati diffusi a livello nazionale fra cui anche in Valle) e grazie all’associazione “Amici del bambino” di Morbegno.
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