Cara Provincia,
sono un “drogato” delle previsioni meteorologiche, che consulto molto spesso perché odio l'estate e questo clima assurdo che ci costringe a boccheggiare già in tarda primavera come tanti pesci fuor d'acqua.
Dopo la prima ondata di caldo umido che i “buontemponi” della meteo hanno battezzato Scipione, per più di una settimana gli “esperti” (mi permetto di usare le virgolette) ci hanno martellato, anche nei siti più tecnici e potenzialmente affidabili, con lo spauracchio di Caronte, una specie di apocalisse proveniente dall'Africa che dovrebbe calare sulle nostre teste (e sui nostri già provati sistemi cardiocircolatori) tra giovedì e venerdì, portando temperature spaventose e umidità quasi del cento per cento.
Non più tardi di due tre giorni fa, infatti, cliccando sul nome della città interessata, in questo caso Lecco, uscivano 37 gradi stabili, 30 di minima e da 70 a 90 di umidità percentuale per almeno dieci giorni di fila! Nessun uomo normale, alle nostre latitudini, potrebbe reggere uno sconquasso del genere senza collassare.
Da ieri invece, nuovo monitoraggio, con temperature da inizio marzo e minime bassissime per gli stessi giorni in cui sarebbe dovuto arrivare Caronte. Un voltafaccia clamoroso e stavolta impensabile al contrario, perché in ogni caso, per i prossimi giorni siti più attendibili, come quello della televisione svizzera, prevedono comunque caldo e afa. Come la mettiamo?
Martino Repossi
Lecco
Caro Repossi,
oggi, dove tutto fa spettacolo, anche le previsioni del tempo diventano un business, con siti più o meno attendibili e meteorologi che spesso somigliano a laureati della Bocconi. Si consoli, anche i modelli matematici a volte sbagliano, i calcoli sono fatti con largo anticipo e l'imprevedibilità del “nuovo” clima è tale da mandarli spesso in contraddizione. Dia retta ai detti dei nostri vecchi, che non avevano internet ma qualche volta scrutavano il cielo e ripetevano: «ve lo dico questa sera che tempo ha fatto oggi».
Vittorio Colombo
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