Che fine ha fatto l’ufficio postale di San Giovanni?

Chiuso da anni l’ufficio postale di via Partigiani a San Giovanni resta almeno la tradizionale cassetta rossa dove imbucare lettere e cartoline. Nei giorni scorsi proprio da queste colonne parlavamo delle tante cassette chiuse in giro per la città, in quanto poco utilizzate con le mutate esigenze di una clientela sempre più digitalizzata e con il conseguente calo dei volumi di corrispondenza immessi in cassetta. In largo Caleotto addirittura la cassetta è stata trasformata, dai soliti incivili, in un cestino dell’immondizia.

Dimenticato pure il progetto per un nuovo ufficio postale che doveva sorgere tra Castello e San Giovanni. Un progetto di cui nel 2015 si era tanto parlato, dopo che a settembre di quell’anno erano stati chiusi l’ufficio di via Partigiani a San Giovanni e quello di via Renzo ad Acquate. Sono passati parecchi anni, ormai un decennio, internet ha preso il sopravvento e tante operazioni si fanno direttamente da casa, ma gli uffici postali restano comunque un importante presidio per il territorio, soprattutto nei rioni. L’idea allora portata avanti dal Comune, con il sostegno ufficioso di Poste, era quella di trovare un ampio spazio dove trasferire l’ufficio di corso Matteotti a Castello, restando sempre nello stesso rione, servito da posti auto, così da intercettare i clienti dei due uffici chiusi. E se non fosse stato possibile trovare uno spazio a Castello l’alternativa era quella di cercare dei locali su viale Adamello a San Giovanni, oppure nella vicina zona di via Oslavia.

Ad aprile del 2015 erano state raccolte 640 firme tra i residenti di San Giovanni, Laorca, Rancio e della Bonacina, per dire no alla chiusura dell’ufficio postale di San Giovanni in via Partigiani. Ufficio che già funzionava a giorni alterni, ma che almeno riusciva a soddisfare le esigenze di chi abita nei rioni alti della città. Le firme erano state allegate ad una lettera inviata alle Poste, all’allora sindaco Virginio Brivio e ai sindacati. Nella missiva si chiedeva la creazione di un nuovo ufficio moderno e funzionale per la zona. A settembre dello stesso anno l’ufficio di via Partigiani era però stato chiuso, e in concomitanza anche quello di Acquate. Poi più nulla, di mezzo si è messa pure la pandemia che ha cambiato le abitudini di tanti e ha comunque lasciato strascichi pure sul fronte degli uffici. Ed è ormai destinato a fare la stessa fine di San Giovanni e Acquate lo sportello all’interno dell’ospedale Manzoni in via Eremo. Chiuso dal 2020 ad inizio dell’emergenza sanitaria è stato l’unico ufficio della città non riaprire più. Chiuso e abbandonato allo scorrere del tempo, era un servizio importante per tutti coloro che gravitano attorno all’ospedale Manzoni, dai degenti alle loro famiglie, ai medici ed infermieri.

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