Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 22 Ottobre 2013
Cervi uccisi alla Colmen
Brambilla: «Strage inutile»
Lo sostiene la presidente della Lega italiana difesa degli animali
La deputata Pdl accusa: «È un modo per compiacere le doppiette»
«Ingiustificato e inutile» così Michela Vittoria Brambilla, deputata lecchese del Pdl, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente definisce il piano di abbattimento dei cervi alla Colmen di Dazio e invita l’amministrazione provinciale a rivedere i provvedimenti adottati, «destinati - polemizza - a compiacere le doppiette piuttosto che a risolvere i problemi».
Sulla Colmen, da due settimane è in atto il decreto provinciale che ha autorizzato la soppressione di cinquanta cervi, soprattutto femmine giovani, per cercare di contrastare l’aumento della popolazioni di ungulati, dopo le proteste di molti residenti e sindaci della zona, che da anni denunciano danni alla colture, invasioni di campi e degli orti, ma soprattutto l’elevata incidenza di sinistri stradali provocati proprio dagli attraversamenti stradali di questi ungulati. «La strage è già cominciata - osserva l’onorevole - ma appare del tutto improbabile che l’uccisione di alcune decine di esemplari induca gli altri ad abbandonare la zona». E la presidente Brambilla, nota per le sue campagne a difesa degli animali , formula una proposta meno invasiva, che eviterebbe il sacrificio di altri ungulati. «Sarebbe più logico convogliare gli animali, con recinzioni e passaggi obbligati, verso zone di attraversamento sicure. In generale - aggiunge - i problemi posti dalla convivenza tra uomo e animali selvatici non si risolvono semplicemente sopprimendo questi ultimi. Non è solo crudele, è troppo comodo». La scelta della Provincia ha carattere straordinario e non dovrebbe andare oltre il 7 dicembre, ultimo giorno di apertura della caccia nel comprensorio di Morbegno.
Ma nella zona si stanno anche attuando metodi ecologici di controllo della specie, in particolare nel Comune di Ardenno, con il progetto “Mirare” che prevede la realizzazione di corridoi ecologici con l’obiettivo di rafforzare la matrice ambientale. Nel dettaglio si tratta di effettuare piantumazioni di colture a perdere in aree boscate adeguate, ma dove la vegetazione è chiusa e offre meno possibilità di alimentazione per i cervi, così da ridurre i flussi degli animali nelle zone coltivate. Si prevede anche la messa in opera di recinzioni a tutela dei campi e degli orti privati per limitare i danni che non possono essere indennizzati. Il progetto avrà un costo di 100mila euro e potrà essere avviato in primavera. Era stata anche valutata l’opzione di spostare la zona di ripopolamento e cattura in altre aree, a quote più alte, ipotesi, però scartata dai cacciatori.
L’onorevole del Pdl Brambilla ha contestato anche un altro piano di abbattimento, che riguarda la foresta del Cansiglio, zona protetta dalle norme europee (Sic e Zps) tra le province di Treviso, Pordenone e Belluno.
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